Il Giornale d'Italia asseconda la crociata di CitizienGo contro l'educazione sessuale: «Proteggiamo figli e nipoti dalla sessualizzazione»


In realtà il libro di Erika Moen può essere comprato ovunque, anche su Amazon insieme a quello del loro amatissimo Vannacci. Eppure Il Giornale d'Italia va dietro all'organizzazione franchista CitizienGo nel prendersela con la coop davanti ad un libro che non piace agli anti-abortisti perché fa educazione sessuale e eviterebbe tante gravidanze indesiderate.

Ripubblicando un'immagine confezionata da Anna Bonetti, ossia la testimonial dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus che dovette ammettere di essersi inventata di sana pianta alcune false accuse di maltrattamenti ai bambini, il sito di estrema destra pare surreale mentre parla di "trangendereismo" e "pornografia per minori". Evidentemente auspicano un ritorno a quei righi di libri che tanto andavano di moda in epoca nazista..



L'articolo cita solo le accuse dell'organizzazione franchista, dicendo che loro dichiarano che "il libro contiene illustrazioni grafiche di persone transgender nude" e che vogliano lanciare un "appello alla Coop per proteggere figli e nipoti dalla sessualizzazione estrema".

A sostenerlo è quel gruppo che portò in Italia un pulmino arancione con cui Masimo Gandolini e Maria Rachele Ruoi girarono l'Italia dicendo ai bambini che fermavano per strada che loro esigevano che ogni bambina avesse una vagina e che ogni bambino avesse un pene con cui poter ingravidare suddetta vagina. Diffusero anche manifesti atti a sostenere che dagli organi genitali dovessero derivare precisi ruoli sociali.

Per sua definizione, la pornografia ha il gine di eccitare sessualmente qualcuno, con specificato dal dizionario Garzanti:



Tentare di spacciare per "pornografia" delle immagini illustrative che hanno il fine di spiegare aspetti biologici o il giusto modo per indossare un oreservativo significa mentire. Ed è grave che si mistifichi la verità per raccattare firme con l'inganno, anche se pare evidente che questi signori siano i primi a non crederes ciò che dichiarano.
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