Orrore omofobo a Torino. 14enne torturato dal padre perché gay


Da Torino arriva l'ennesima storie di violenze familiari a danno di un figlio gay. Un 14enne avrebbe subito vessazioni e violenze di sogni tipo tra il 2020 ed 2022, ma solamente ora il padre e la madre sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di maltrattamenti.
Il 14enne aveva confidato al suo diario di essere gay, nell'agosto del 2020 il padre l'aveva trovato e letto tutto. Da quel momento è iniziato un calvario. Il minore è stato portato da uno psicologo con il dichiarato intento da parte del padre di far tornare suo figlio "normal", ha subito corse di punizione nel cuore della notte, si è dovuto abbassare i pantaloni davanti al padre per mostrare la sua "virilità", è stato costretto a praticare sport che il padre considerava da maschi.
Il padre è arrivato a ordinare al figlio di organizzare “entro un mese” un rapporto sessuale con una ragazza. Al suo rifiuto, gli ha frantumato la playstation e strappato i poster dalla sua camera.
Ed ancora, ha dovuto leggere ad alta voce alcuni passaggi intimi del suo diario davanti ai suoi familiari, non poteva più ascoltare la musica che amava, ha dovuto consegnare i dati di accesso ai suoi profili Instagram e TikTok a suo padre, non poteva più radersi la barba e è stato costretto a tagliarsi i capelli. Ovviamente non mancavano le botte, ricevendo minacce surreali del tenore di “Hai un mese di tempo per diventare eterosessuale. In caso contrario ti butto giù dal balcone”.
Dopo tre anni di inferno, Lorenzo ha deciso di rivolgersi allo psicologo del suo liceo, che ha avvisato le forze dell’ordine. Così è partita l’indagine.
Sua madre è accusata di non essere intervenuta in difesa del figlio e per aver detto a Lorenzo che suo padre si comportava così “per il suo bene”.
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