Il leghista Montevecchi: «Patriarcato inesistente, Elena vestita da satanista: quello è il vero male»


Il leghista Montevecchi non pare aver problemi quando Matteo Salvini lascia sistematicamente tutte le donne che ha ingravidato o quando Giorgia Meloni si libera del padre non sposato di sua figlia. Ma se si parla di gay, il leghista riesce ad inventarsi una narrativa ideologica con cui sostenere la peggior propaganda di Pillon, ossia del leghista che lo assunse cone suo social manager:



Ovviamente al leghista Montevecchi non sta bene che gli olandesi possano votare chi vogliono, perché Pillon sostiene che si debba negare il diritto all'esistenza di chi non è un maschio eterosessuale bianco come Montevecchi:



Ovviamente ama anche Vannacci, eccitato da un libro che definisce i gay come "anormali". Ed ovviamente si dice indignato da chi rispetta l'articolo 3 della Costituzione al posto di carcare facile fatturato dalla discriminazione:



Dato il personaggio, forse non stupisce che Montevecchi abbia cercato di strumentalizzare la tragedia la morte di Giulia Cecchettin per le sue solite campagne di retroguardia ideologica. La denunci aè di Arcigay Rimini, che ne chiede le dimissioni:

A pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne (25 novembre) ci tocca leggere questa rassegna degli orrori, solo di oggi e solo fatti avvenuti a Rimini. Ma c'è un orrore più sottile e profondo rappresentato dal negazionismo di Montevecchi che pur di salvare le tradizioni medievali del maschilismo tossico contorce una vicenda tragica, tristemente emblematica di un fenomeno dilagante e devastante, il femminicidio e la violenza contro le donne.
Montevecchi, oltre ad attaccare la sorella di Giulia Cecchin sulla base del suo abbigliamento (e già questo dovrebbe porre molti interrogativi), nega che un fenomeno devastante come la violenza sulle donne esista, nega che esista una cultura patriarcale che alimenta questo fenomeno, nega che l'unica via per debellarlo sia l'educazione alla parità. Vede anzi nel ritorno alla tradizionale disuguaglianza tra uomo e donna l'unica soluzione, e bolla tutto il resto come "woke". Una follia totale.
Insomma, un negazionista bello e buono (si fa per dire). Sentiremo adesso i cori di "ci vogliono sanzioni più aspre", di "buttate la chiave della galera", ma quando il movente di un delitto come questo è così radicalmente inciso nell'anima di una persona non c'è sanzione che tenga e non c'è punizione che possa riparare la perdita di una vita.
Credete veramente che sia la minaccia degli anni di galera a fermare la violenza contro le donne?
Ciò che scolpisce la violenza potenziale negli animi di molti uomini è proprio una cultura retriva, fondata sul possesso e sulla disparità, sull'immaturità affettiva. È una cultura in cui ancora siamo immersi e ci vuole impegno costante per affrancarsene.

L'altra chiave è la prevenzione che anche se certo non sarà perfetta può salvare la vita a molte donne. Anche il più piccolo segnale che la violenza o la prepotenza alberga nell'animo del compagno non va trascurato perché può essere la punta di un iceberg. Purtroppo anche questa cultura della prevenzione ci è lontana, ma qualche passo in avanti si sta facendo.
Montevecchi non è degno di rappresentare la popolazione della nostra regione e dovrebbe dimettersi dal Consiglio regionale. Come minimo dopo queste deliranti dichiarazioni mi aspetterei che il suo partito prenda fermamente e radicalmente le distanze.

L'invito di Arcigay è a partecipare a "è per t, " la marcia contro la violenza sulle donne che si terrà il 25 novembre e che partirà alle 16 dall'Arco d'Augusto a Rimini.

Il post che ha creato indignazione è quello in cui Montevecchi si inventava che qualcuno voglia sostenere che essere uomo sia una cola. Ed ovviamente non ha perso tempo nel molettare la famiglia della vittima, quasi ritenesse divertente insultare una ragazza a cui hanno appena ammazzato la sorella. Per farlo, ha dato la sua falsa testimonianza e ha giurato che il simbolo di una rivista di skate ritratto sulla felpa della sorella della vittima dovesse essere ritenuto un simbolo satanico. Una menzogna, che peraltro appare assai ingiustificata dato che normalmente ci si interessa all'assassino e non a cercare di infangare la famiglia della vittima come ha fatto lui:



Davanti all'indignazione, il leghista ha fatto il solito vittimismo, sostenendo che la femmina leghista condividerebbe il suo odio per chi non tace quando un uomo uccide l'ex fidanzata. Ed ovviamente cerca di sostenere che la sinistra è catt8ica con una destra che se la pende con le vittime e non con l'assassino:



Ciò che vorremmo dire al mestrino dell'ideologia pilloniana è che non è c he la libertà di parola significa che tutti possano dire qualunque cretinata vogliano. Non è che se lui è stato aletto allora può dire che gli asini volano e va insultato chi gli fa osservare che ha detto una cretinata.
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