Ora Indi è libera dalle grinfie dei fondamentalisti italiani


L'ex senatore leghista Simone Pillon cita Maurizio Belpietro per lamentarsi di come i fondamentalisti nostrani non siano riusciti a torturare sadicamente una sventurata bimba extracomunitaria. Com'è noto, la povera Indi Gregory soffriva di una malattia incurabile che le infliggeva atroci e crescenti dolori. Lega e Fratelli d'Italia hanno cercato di imporle una cittadinanza italiana nella convinzione che tale carnevalata avrebbero potuta strapparla alle tutele del suo stato e farla soffrire inutilmente per un'altra decina di mesi in un hospice italiano.

Cercando di fare polemica sterile sul corpo della minore, il leghista scrive:



Ovviamente Pillon non spiega perché volesse infliggere atroci accanimenti terapeutici alla minore mentre pare disinteressato per la salute dei bimbi che vengono dal mare o di quelli che muoiono a Gaza. Poi, quasi lo divertisse pubblicare foto della bimba morta, Pillon cita pure Isaia per cercare di usare la religione contro il diritto dei malati a vedersi riconosciuta una morte dignitosa:



Sempre citando Belpietro, Pillon sosteneva che garantire una morte naturale ad Indi fosse da ritenere una "condanna a morte", al contrario delle morti causate dalla volontà politica delle destre di ostacolare i salvataggi in mare.



L'unica certezza è che ora Indi è libera dalle grinfie della destra italiana e ha finalmente smesso di soffrire inutilmente. E sinceramente usare una minore pe runa campagna contro il diritto all'autotederminazione dei sofferenti è una bassezza che si commenta da sola.
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