Il populismo di don Iappica in difesa del business dello spaccio


Cosa diranno don Iappica e i suoi seguaci proibizionisti del consumatore di canne ed affettatore di uteri che sarà ospite d'onore sul palco di Giorgia Meloni? Magari, al posto di scomodare Cappato, potrebbe chiedere direttamente Musk perché loto vogliono che i ragazzi siano spinti da spacciatori che proporranno droghe più pesanti.
Eppure è col suo solito populismo che il prete di estrema destar dice che un caso isolato va reso regola, motivo per cui un prete pedofilo dovrebbe bastare a dire che tutti i preti sarebbero pedofili e che sia doveroso rivolgere quelle accuse allo stesso Ipaicca. Inoltre non pare comprendere che è proprio lasciano il mercato alla malavita che i ragazzi vengono spinti da spacciatori che avranno ogni motivo di proporre prodotti sempre più pesanti:



Un po' noioso è il suo proporsi come il complottista che parla sempre di imprecisate "élite" per spaventare i polveri di spiriti, persino davanti a semplici temi che si basano su considerazioni basiche: ossia appurare che la cannabis venga usate e che mandare i ragazzi da spacciatori e mafiosi non è un'idea molto brillante.
E se Iapicca pensa che il proibizionismo funzioni, dove pensa che comprasse le canne il suo Gino Paoli? Non sarà che le comparava da quegli spacciatori a cui il sacerdote tenta di tutelare il business?
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