L'indecenza di Provita Onlus che si dichiara vittima di "crimini d'odio" e "cristianofobia"


Se Jacopo Coghe risulta già molto sgradevole ogni volta che tenta di spacciarsi per l'autoproclamato portavoce delle famiglie italiane, al limite della blasfemia è il suo sostenere che lui e la sua organizzazione forzanovista rappresenterebbero i "cristiani".
Dopo anni passati a sostenere che i reati d'odio dettati dall'omofobia dovessero essere ritenuti una sua presunta "libertà di espressione", oggi sostiene che lui si sentirebbe vittima di "reati d'odio" che dice siano dettati da una "cristianofobia". E già qui ci sarebbe da piangere, dato che lui nega l'esistenza dell'omofobia ma giura su Gesù di credere che in Italia ci sarebbe "cristianofobia".

In quel suo campare di vittimismo, oil portavoce dell'organizzazione forzanovista fondata dall'assalitore della sede della Cgiò scrive:



Premesso che due fumogeni non sono certamente un "attacco", incedente è come Coghe stupri il cristianesimo per propaganda. Infatti a nessuno frega nulla se lui si autopercepisce "cristiano" contro ogni evidenza, ma le contestazioni riguardavano le sue proposte di legge finalizzate a vietare le famiglie arcobaleno o a torturare le donne che scelgono la GpA. E non è la stessa cosa.
Perché se lui si dice disinteressato a chi viene aggredito perché gay, nessuno lo contesta perché sedicente "cristiano". Lo si contesta perché riempie le nostre strade con manifesti che veicolano menzogne finalizzate ad istigare discriminazione. Lo si contesta perché vuole torturare i malati terminali contro la loro volontà. Lo si contesta perché vuole negare rispetto nelle scuole e privare le donne dal loro diritto di scelta.

Eppure lui scrive:



Premesso che chi definiva "libertà di opinione" i reati d'odio commessi contro i gay farebbe quantomeno meglio a tacere, il loro odio non può essere considerato espressione di democrazia, ancor più e Coghe chiede che venga vietato qualunque diritto all'opposizione.

Mentre Coghe continua a chiedere leggi che vietino ai gay di potersi sposare o di poter avere figli, dice che lui si sentirebbe perseguitato nella sua richiesta di impedire la libertà di espressione ei coscienza altrui. E tanto rende ipocrita il suo scrivere:



Buffo no? Per lui i reati d'odio sono "libertà di espressione", ma la vera libertà di espressione andrebbe negata se lui accusa qualcuno di blasfemia. Praticamente vorrebbe usare la religione al pari di certi regimi islamici:
Sottolinea infatti che lui sostiene che dirsi "cristiani" debba dare il diritto di mettere becco nelle vite altrui e imporre le proprie convinzioni a chi non la pensa come loro:



Peccato che sia una truffa. Lui è già libero di avere tutte le sue opinioni morali. Se non vuole sposare un gay, è libero di non farlo. Se non vuole abortire, è libero di farlo. Se non vuole l'eutanasia, è libero di non chiederla. Il problema è che lui non rivendica i suoi diritti, ma il desiderio di imporre le sue scelte agli altri. E così si lamenta che chi cerca di impedire la libertà altrui possa andare a processo, com'è giusto che sia.

Inoltre, sino a poco tempo fa, Provita Onlus era solita sporgere denunce penali contro chiunque osasse dissentire da loro. hanno denunciato artisti, insegnanti e cittadini, perdendo sistematicamente ogni causa ma chiarendo che dissentire avrebbe procurato grane a chi non si sottometteva al loro volere. Poi piangono se una tizia inglese è stata arrestata perché ha sorpassato il cordone della polizia, in un chiaro atto contrario alle leggi.
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