Pillon corre in difesa dell'amica Mennuni, mistificando le sue parole. Se ne vergognerà pure lui?


Attingendo alla sua proverbiale prepotenza, all'ex senatore leghista Simone Pillon piace ergersi a sommo giudice delle vite altrui, motivo per cui non ci stupisce troppo che oggi sentenzi che avrebbe ragione la sua Lavinia Mennuni. Peccato gli attribuisca parole false, dato che la sua protetta non ha certamente detto ciò che che lui riferisce.



La Mennuni non ha mai parlato di paternità e non ha detto che siano un regalo prezioso. Ha detto che «dobbiamo ricordare alle nostre figlie che la loro massima aspirazione dev’essere fare dei figli» e che «al di là delle giuste aspirazione di realizzarsi, non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione di mettere al mondo dei bambini».
E quelle affermazioni non sono certamente la stessa cosa che dice lui.


Ovviamente il discorso non ha nessi con i tre figli di Pillon, ammesso che il leghista non sostenga che sua figlia vada fatta ingravidare non appena compiuto il 18 anno d'età come sostiene la sua pupilla. E benché meno c'entrano le femministe, il suo odio per chi non è di estrema destra o quei gay che lui insulta in ogni suo singolo messaggio.
Infatti nessuna femminista vuole impedire alle donne di poter scegliere di essere madre, semplicemente non ritiene che l'unica ambizione della donna debba essere quella. E forse è Pillon che non fa che parlare di figli dei gay, urlando che lui vorrebbe che si vietasse loro di poterli fare.

come al massimo è lui che vuole impoedire ai gay
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