Il degrado etico e valoriale di Pillon, che oggi si inventa che il ddl Zan riguardasse temi contabili


Premesso che una cosa sono i pride e un'altra è il Padova Pride Village, chiarendo quanta malafede animi le nere anime di chi cerca di confondere le due cose, l'ex senatore leghista leghista Simone Pillon appare molto surreale mentre dichiara che "se il ddlZan fosse in vigore, il servizio di Report probabilmente non sarebbe andato in onda, pena l'accusa di omofobia".
Cosa dovrebbe c'entrare l'omofobia con temi prettamente contabili lo sa solo lui. Sempre lo sappia, dato che probabilmente è una sciocchezza scritta solo per istigare odio.
Meno chiaro è se all'ordine degli avvocati stia bene che un loro iscritto diffami un'intera categoria professionale proponendosi come l'avvocato leghista che finge di non riuscire a comprendere semplici testi di legge. Perché se un avvocato sostiene che il ddl Zan porterebbe a quelle conseguenze, difficilmente lo si potrebbe ritenere in grado di comprendere norme più complesse. Fatto sta che il leghista scrive:



Contrariamente ad una Lega che negava di aver rubato 49 milioni agli italiani, ad una Santanché che non ha chiarito nulla e ad un Gasparri che invocava censure, Zan si è complimento con la trasmissione per il ruolo svolto:



Il post di Pillon lascia intendere che la destra non abbia capito nulla di ciò che è stato detto interessante, peraltro apparendo alquanto surreale nel loro dire che la trasmissione sarebbe diffamatoria quando parla dei loschi affari dei loro uomini ma molto attendibile quando parla del Pd.
Non a caso, mentre Pillon è stato salvato dalla prescrizione nelle indagini sui finanziamenti russi ai populisti europei, persino il revisore dei conti ne ha certificato la regolarità di registrazione di tutti gli importi e sulla correttezza di Zan che ha comunicato alla Camera la sua situazione imprenditoriale. Cosa che non si può dire dei loro.

L'inchiesta riguardava i deputati Democratico Alessandro Zan e Michela Di Biase, fondatori della Be Proud srl che organizza a Padova un festival Lgbt per la promozione dei diritti. Quindi i prode non c'entrano niente, c'entra la serata organizzata da un'aizenda privata. Report ha semplicemente osservato che la Be Proud ha incassato più di un milione e trecentomila euro per il festival. Dato che si può facilmente appurare dai binaci pubblicato online, in un'ottica in cui nulla di cui si è parlato costituirebbe reato.
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