Il pastore Carollo insulta Vladimir Luxuria in ode al loro generale Vannacci


Quanto odio pare albergare nel cuore del pastore evangelico Luigi Carollo. Dopo aver sostenuto che il generale Vannacci fosse frutto delle sue preghiere a Dio, oggi ostenta con orgoglio il suo odio transfobico parlando al maschile di Vladimir Luxuria.
L'evidente scopo è quello di invitare il suo pubblico a negare rispetto agli altri e sostenere abbia ragione il suo Jacopo Coghe a chiedere che si neghi persino il diritto all'esistenza a chi è vittima della loro violenta propaganda:



Se l'augurio e che il signor Francesco Melone possa essere denunciato, processato e condannato per la diffamazione contenuta nelle sue oscene battutine omofobe, il pastore Carollo avrebbe motivo di provare vergogna nel vedere a quali oscenità stia corrompendo i suoi proseliti. Eppure lui ne parrebbe fiero, dato che dispensa faccine ridenti davanti a quelle parole inaccettabili:



Al solito, cita un articolo di quel militante di Fiamma Tricolore che viene finanziato dalla sua chiesa, il quale scrive:

E’ incredibile come persone che non hanno alcuna esperienza nell’ambito delle Forze Armate e del servizio reso alla Patria si possano permettere il lusso di mancare di rispetto ad un Alto Ufficiale dell’Esercito Italiano che, forte dell’Articolo 21 della Costituzione, ha semplicemente scritto il suo libero pensiero, peraltro condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Non è chiaro perché Elia Rovera sostenga che chi non è militare non abbia diritto di critica davanti ad un tizio che va in giro a dire che i gay sarebbero "anormali" o che i cittadini di colore non meritino diritti. E sinceramente il fatto che lui condivida le teorie incostituzionali di Vannacci non pare motivo per sostenere che la maggioranza dei cittadini la penserebbe come ljui. Eppure prosegue:

E’ ciò che ha fatto Wladimiro Guadagno, in arte “Vladimir Luxuria”, parlando del Capo di Stato Maggiore delle Forze Operative Terrestri, Generale di Divisione Roberto Vannacci e del suo libro “Il mondo al contrario”.
In un’intervista rilasciata il 07 dicembre scorso a Ivan Quiselli di “Anagnia”, Guadagno ha detto: “C’è un’inchiesta su questo Generale, perché – fondamentalmente – il problema non è tanto scrivere un libro controverso: i libri si scrivono, poi si possono anche discutere, confutare… se vogliamo, anche ridicolizzare. Il problema sta nel fatto che il Generale Roberto Vannacci indossa una divisa alla quale deve rispetto così come deve rispetto alla obiettività, alla terzietà, all’imparzialità di chi – come lui – porta una divisa. Opinioni differenti si possono avere anche tra persone che portano una divisa”.
Interessante vedere come Guadagno abbia un’ossessione sul fatto che Roberto Vannacci indossi un’uniforme. Ancor più interessante sarebbe capire in qual modo Vannacci non avrebbe rispettato l’uniforme che indossa, da tanti anni, nei teatri di guerra operativi più pericolosi a cui la nostra Nazione ha preso parte.

Forse si potrebbe spiegare a Rovera che è grave che un militare disprezzi la nostra Costituzione. Ma Roveda prosegue:

Ciò che ha stimolato questa intervista è il fatto che il Comune di Anagni ha concesso il patrocinio alla presentazione del libro di Roberto Vannacci e che allo stesso sia stato conferito il Premio Bonifacio VIII.
Secondo Wladimiro Guadagno “in Italia abbiamo una Legge sulle unioni civili che però non prevede un matrimonio egualitario; quando questo Governo si occupa della comunità LGBTQI+ è solo per mettere in discussione quel poco che abbiamo già ottenuto. L’Italia, culla del Rinascimento, nazione che più delle altre dovrebbe essere avanti su questi temi è purtroppo la Patria del medioevo puro”.
Lascia sempre perplessi quando al Medioevo, periodo splendido per la diffusione della cultura, si associano parole come “purtroppo”. Chissà perché il Rinascimento va celebrato come periodo florido e, invece, il Medioevo va demonizzato come periodo retrogrado ed oscurantista.
A Guadagno si consiglia la lettura delle opere del grande docente universitario Franco Cardini, che al Medioevo ha dedicato la sua intera vita accademica.

Insomma, Roveda sogna un ritorno al Medioevo, quando gli infedeli venivano uccisi, le donne venivano bruciate sul rogo. Ed è sempre sostenendo che un generale abbia diritto di spargere odio che incalza:

Ivan Quiselli ha posto a Guadagno una domanda relativa alla frase in cui il Generale Vannacci, ne “Il mondo al contrario”, scrive: “Cari omosessuali, non siete normali, fatevene una ragione”.
La risposta dell’ex parlamentare di “Rifondazione Comunista” lascia basiti: “Vannacci in realtà intendeva dire che – dato che la maggioranza della popolazione è composta da eterosessuali – la normalità, per lui, voleva dire maggioranza; un modo molto vile, secondo me, per non dire la verità. E’ chiaro che tale affermazione è assolutamente omofoba. Per quanto mi riguarda, vorrei tanto che un giorno i minoritari fossero proprio gli omofobi. Le affermazioni pronunciate dal Generale appaiono pericolose, anche e soprattutto perché egli indossa una divisa”.
Pazzesco è veder affiancata la parola “vile” al Generale di Divisione Roberto Vannacci (nella foto a sinistra) che – nella sua lunga e decorata carriera – ha dimostrato di saper affrontare e cavalcare la paura come solo un Paracadutista, proveniente dai ranghi della Brigata Paracadutisti “Folgore”, sa fare.

Arrivando al solito vittimismo che tanto piace alle destre, Roveda confonde le opinioni con li insulti:

E’ incredibile come, in Italia, si possa attaccare un uomo per aver espresso le sue opinioni, per aver scritto il suo pensiero, per aver dato alle stampe un libro che, da settimane, è uno dei più venduti di sempre su Amazon. Sempre più italiani si chiedono per quanto ancora sarà lecito e legittimo esprimere la propria opinione in modo democratico.
Se si esprimono opinioni contro l’aborto, a favore della Federazione Russa, a sostegno di Israele, contro l’immigrazione, a favore della Famiglia Tradizionale si è persone orribili. Se si dice che l’Unione Europea lavora bene, che la Palestina è oppressa, che Zelensky è la vittima, che la Schlein è una statista allora si è nel giusto e si è i buoni della situazione. Forse l’Italia deve rivedere il concetto di democrazia che, allo stato attuale, è quantomeno ambiguo.

Peccato che l'odio non sia "opinione" e che loro sostengono che Vannacci possa dire assurdità, poi non possono invocare la censura delle critiche.
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