Maria Rachele Ruiu continua ad andare in televisione a fare disinformazione


Maria Rachele Ruiu continua ad essere invitata da Rete 4 a fare disinformazione a danno dei ragazzi, incoraggiando i genitori omofobi e integralisti ad adottare atteggiamenti che la statistica indica come una provata fonte di sofferenze e di suicidi. D'altronde stiamo parlando di quella stessa candidata di Giorgia Meloni che voleva sadicamente prolungare le sofferenze di una povera bimba terminale inglese o che gestiva corsi di "educazione asessuale biblica" che tentava di convincere i ragazzini a praticare sesso non protetto.

In quella sua abitudine a cercare di usare la paura come strumento di corruzione alla sua ideologia, è attraverso i canali dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus che scrive:



Stando alla sua ideologia, andrebbe elogiato e incoraggiato il genitore omofobo che non accetta i figli, motivo per cui lei assicura che la sua organizzazione sosterrà chiunque scelga di negare il diritto dei ragazzi essere sé stessi. Sostiene poi che bisognerebbe vietare i bloccanti della pubertà e garantire che eventuali transizioni di genere siano rese il più evasive e dolorose possibili. Infine sostiene anche che lei non crede alla scienza perché una imprecisata "letteratura" le darebbe ragione e lei pensa che si cambierebbe sesso per colpa dei social.

Questo è il video diffuso dal gruppo forzanovista, ovviamente da loro epurato da qualunque parere altrui in conformità alla loro abitudine ad imporre il loro pensiero unico da prepotenti che sostengono di avere la verità assoluta su quanto sia sbagliato chi non è come loro:


Ai genitori raccomandiamo di stare molto attenti a non cadete nell'ideologia di Provita Onlus, invitandoli a non ascoltare i discorsi di persone che paiono molto disinteressate alla felicità dei loro figli. Ai genitori raccomandiamo di parlare con i ragazzi e di rivolgersi rivolgetevi a medici e specialisti, non a una signora che fa l'omofoba di professione e va in televisione a dire che lei sarebbe migliore degli altri perché si sente donna ed è sessualmente attratta dai maschi.
Inaccettabile è poi il suo tentativo di creare empatia e di sostenere che lei avrebbe vissuto sulla sua pelle situazioni he dimostra di non conoscere con l'assurdo paragone tra il suo tumore e l'identità di genere. E se la signora dice che lei assumerebbe triptorelina perché ha avuto un tumore, come può poi sostenere che quello stesso farmaco sarebbe pericoloso se assunto da chi deve gestire altre situazioni mediche che ne richiedono l'uso? Lei può prenderla perché pensa di valere più die ragazzi a cui vorrebbe negare terapie mediche?
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