Pillon attacca la libertò dei malati terminali a suon di vuoti slogan


Il leghista Simone Pillon non è mai apparso un fan delle libertà altrui. Vuole che gli alttri sinao costretti ad amare chi dice lui, vuole che gli altri dicano che Dio sarebbe malvagio come lo dipinge lui, vuole che gli altri stati neghino la tutela dei bambini terminali perché lo ordina lui... insomma, la sua esistenza pare ridursi ad un incessante tentativo di sopraffazione dell'altro.
Ma, sinceramente, appare davvero svilente per lui che voglia affrontare un tema delicato come il diritto di scelta dei malati terminali attraverso vuoti slogan. Parlare di "suicidio si stato" davanti all'autodeterminazione dei malati terminali o inventarsi che malati incurabili possano essere "curati" è oltre l'indecenza. E tutto questo perché lui vuole che la paura garantiscano che i malati terminali siano costretti a soffrire fisicamente e psicologicamente come bestie contro la loro volontà:



Se non ci risulta che il leghista Zaia sia di sinistra, Pillon assicura che solo la sinistra oserebbe pensare che il cittadino debba essere libero di scelta. Nella sua retorica, chi è di destra ha il dovere di imporre le su idee agli altri e deve impedire che chi sia possibile non pensarla come Pillon a meno che non si sia ricconi, bianchi e di destra come Musk.
Ovviamente Pillon vuole solo imporsi, dato che nessuno lo obbligherebbe a dover decidere l'eutanasia qualora dovesse essere colto da un male mortale e debilitante che lo dovesse costringere a sofferenze inaccettabili mentre è attaccato ad una macchina. Ma forse il suo problema non è mai stato la sostanza, ma solo il suo odio verso l'ipotesi che gli altri possano essere liberi di scegliere.
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