Il partito di Adinolfi torna a schiumare contro i diritti dei malati terminali


Mirko De Carli pare partire sempre da un semplice assunto: vanno imposte leggi che costringano gli altri a fare quello che dice lui. E cosi, chiede che sia vietato il diritto di poter sposare persone dello stesso sesso perché tanto lui prova eccitazione sensuale dinnanzi alle donne, vuole vietare il diritto all'esistenza delle persone trans perché tanto lui gode tutti tutti i privilegi che gli servono e i malati vanno privati dal diritto di scelta perché lui pensa che tanto non capiterà mai a lui ritrovarsi in condizioni così drammatiche.

Arrabbiato perché i malati terminali dell'Emilia Romagna rischiano di vedersi riconosciuti i loro diritti costituzionali, l'esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi attacca l'assessore Raffaele Donini perché ha individuato i criteri e le modalità operative, per le persone sofferenti, di poter esercitare il diritto al trattamento di fine vita. Ed è facendo sempre polemica gratuita che è corso dai giornali a dichiarare:

Le linee guida prevedono che, entro 42 giorni dalla richiesta, al paziente potrà essere somministrato il “farmaco” per il suicidio assistito; considerando le condizioni in cui versano le casse della Sanità in Regione, c’è da immaginare che i tempi di attesa di questa prestazione, a differenza di quelli previsti per prestazioni terapeutiche, saranno certamente rispettati!
Dal punto di vista politico, il PD di Bonaccini, dopo l’esperienza della Regione Veneto, ha voluto in questo modo superare la difficile discussione in Consiglio, per evitare una possibile spaccatura del partito. Guarda caso le linee guida regionali sono state diffuse subito dopo il fallimento della votazione in Veneto, quando si è visto che l’approvazione della legge poteva essere dolorosa per la sinistra.

Insomma, per lui tutto è pretesto per sostenere che chi è di destra voglia torturare i malati e la Lega di Zaia sarebbe troppo di sinistra ai suoi cocchi. E così decide che se la Lega non ha potuto garantire i diritti dei cittadini veneti, allora i malati emiliano vanno torturati.

De Carli inizia poi a dire che ai medici dovrebbe essere concesso il diritto di calpestare la volontà die loro pazienti e di imporgli tutto ciò che vorranno:

Rimane poi una questione fondamentale: verificare se e in quale modo sia garantito il diritto all’obiezione di coscienza per tutti i sanitari, qualora siano chiamati ad eseguire il suicidio assistito; in mancanza di una legge dello Stato, non possono essere le sole linee guida ad offrire una valida tutela per chi è moralmente contrario a questa pratica.

Ok, però noi vogliamo il diritto all'obiezione verso De Carli, così che ogni medico giudichi ignobile la sua ideologia possa rifiutarsi di offrirgli cure. Perché altrimenti non si capisce perché lui pretenda più diritti degli altri.
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