Pillon all'attacco dei giudici che hanno cancellato i suoi distinguo sul sesso dei genitori


Con buona pace per il leghista Salvini, sulle carte di identità non è mai esistita alcuna dicitura "genitore 1 e 2": semplicemente era riportata la dicitura "genitori". Poi, su invito delle lobby integraliste vicine a Mosca, lui ha preteso che quella dicitura fosse sostituita con un ben più ideologico "padre e madre" che imponesse di quale sesso dovessero essere i genitori.
E benché meno pare verodimile che la legge voglia "cancellare" parole, ma semplicemente chiede che i documenti non siano usati per introdurre distinguo non previsti dalla Costituzione. Ciononostante, lui ne conclude che la giustizia sia sbagliata e scrive:



Quando fanno ciò che dice propone lui, dice che lo vogliono gli italiani. Quando fanno ciò che non propone lui, dice che la legge è sbagliata. Evidentemente non tollera che qualcuno possa mettere in dubbio il suo parere, soprattutto quando si tratta di imporre discriminazioni.
Considerando poi che già mezzo secolo fa, sui libretti e sui moduli scolastici, si trovava la dicitura "firma di un genitore (o di chi ne fa le veci)" e non certamente "firma di mamma o papà (o di chi ne fa le veci)", è evidente che la questione non è il progresso, ma il suo tentativo di imporre limitazioni ideologiche. E questo è riprovevole.
Commenti