L'organizzazione forzanovista Provita onlus chiede censure alla libertà di espressione della Diocesi


Dicevano che i reati d'odio fossero una loro presunta "libertà di espressione", ma poi usano surreali accuse di "blasfemia" per limitare la libertà di espressione altrui. E così, nell'Italia dell'estrema destra di Vannacci, può capitare che portavoce di un'organizzazione forzanovista si senta nel diritto di accusare un vescovo di "blasfemia".
L'attacco è alla mostra "Gratia Plena" organizzato al Museo Diocesano di Carpi. Nonostante la diocesi precisi che non è presente alcuna «immagine blasfema o dissacrante», l'organizzazione di estrema destra ha lanciato una populistica raccolta firme basata sullo slogan «fuori l’arte blasfema dalle chiese». La matrice della loro polemica sarebbe un articolo apparso su La Nuova Bussola Quotidiana in cui il fondamentalista Andrea Zambrano assicura che lui in quelle opere ci vedrebbe rapporti si sesso orale.
Evidentemente eccitati da quelel fantasia, così facilmente strumentalizzabili, l'organizzazione di Coghe assicura che la mostra «comprende alcuni quadri che raffigurano Nostro Signore Gesù Cristo impegnato in un atto sessuale osceno e la Vergine Maria spogliata e fatta oggetto di attenzioni morbosamente sessuali. Queste opere stanno scandalizzando migliaia di fedeli, indignati da immagini offensive e profondamente irrispettose della fede cristiana. E ancor più perché la rassegna è stata sposata e promossa dalla Diocesi stessa».
E dato che Coghe sostiene che si debba imporre censura a tutto ciò che non piace ai suoi finanziatori, chiede all'arcivescovo di Modena «di ritirare immediatamente le rappresentazioni blasfeme esposte in un luogo di culto».

Peccato che la Diocesi non condivida la sua visione bigotta, spiegando che «centinaia di persone sono intervenute all’evento inaugurale e nella prima giornata di apertura. Segno inequivocabile di un interesse per questa proposta culturale di dialogo tra chiesa e arte contemporanea che ha preso il via nel giugno scorso dal discorso di Papa Francesco agli artisti in occasione del 50esimo anniversario dell’inaugurazione della collezione d’arte moderna dei Musei Vaticani». la Diocesi ha anche spiegato che la mostra non è «una improvvisata o un evento gestito da sprovveduti: don Carlo Bellini che ne è il curatore ha realizzato un percorso con l’artista prendendo spunto dall’invito del Papa ad accostarsi all’arte con spirito nuovo. Saltini ha compiuto ricerche su tematiche religiose consultandosi con il nostro sacerdote, in un percorso trasparente e innovativo, come ha riconosciuto la critica d’arte milenese Cristina Muccioli, autrice del testo del catalogo, docente di Etica e Comunicazione all’Accademia di Brera, che ci ha fatto i complimenti. Il soldato romano che si avvicina al Cristo cerca la misericordia e il perdono. Certo non tutti hanno capito e ora c’è un po’ di mail bombing contro il vescovo e il suo vicario; c’è chi approfitta della mostra per creare una shit storm contro un’iniziativa assolutamente pulita».
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