Pintedosi fa ricorso per imporre "padre" e "madre" sulle carte d'identità


Il governo Meloni ha deciso di spalleggiare Salvini e di difendere la dicitura discriminatoria che il leader leghista impose sulle carte d'identità elettroniche, sostituendo la parola "genitori" con un ben meno inclusivo "padre e mare".
A spese dei contribuenti, è su invito di Matteo Piantedosi che il consiglio dei ministri ha conferito mandato all'Avvocatura dello Stato ricorrerà contro la sentenza della Corte d'Appello di Roma del 24 gennaio 2024, relativa alle modalità di emissione e alle caratteristiche della carta d’identità elettronica. Il fine sarebbe quello di imporre diciture che impongano di quale sesso debbano essere i genitori, così da assicurare piena discriminazione ai figli delle famiglie omogenitoriali.

Esulta l'ex senatore leghista Pillon, il quale ha dedicato enormi energie alla promozione della discriminazione omofoba:



Non è difficile capire che la crociata del governo sia prettamente ideologica, dato che la modifica non aggiunge nulla ma ha solo il fine di discriminare.
Nelle scorse settimane, Piantedosi di oppose anche ad una sentenza che riconosceva i genitori dei figli di coppie omogenitoriali, mostrando l'evidente intenzione di perseguitare le famiglie omogenitoriali.

Gli italiani faticano ad arrivare a fine mese, la sanità è allo sfascio, il cognato della Meloni vuole portare il prezzo dell'odio a 30 euro al litro e le accise non saranno tolte cone promesso. Ma la priorità del Governo è quella di indicare sulle carte di identità quale genitore abbia un pene... saranno felici quelli che li hanno votati, soprattutto se le loro priorità sono le stesse di Pillon.
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