Porro si compiace per le censure meloniane


Nicola Porro esulta, perché da quando la Rai è stata trasformsta in TeleMeloni, ogni critica alla propaganda della nera signora viene punita secondo lo stile di Orban:



Siamo all'assurso. Pur di compiacere il governo, Porro se se la prende con la Bortone per aver semplicemente criticato la Meloni e i dirigenti Rai per la censura impisra a Scurati. Ina censura che lui sostiene non sarebbe mai esustita, anche se i fatti parrebbero smentirlo.
Non è del tutto chiaro se Porro voglia dichiararsi contrario alla libertà di parola, dato il suo eccitarsi davanti a chi punisce le idee, ma evidente è il suo compiacersi per chi impone l'obbligo di dover dire solo ciò che vuole il governo.

Intanto prosegue la campagna dei quotidiani filo-governativi atta a sreditare i giornalisti Rai che hanno protestato contro le ingerenze meloniane nei telegiornali, arrivando a dire che i fedeli della nera sovrana avrebbero ricevuto "minacce di morte":



Dato che la stampa filo-governativa non firnisce prove a supporto delle loro accuse, c'e da domandarsi ke le presunte "minacce di morte" siano state avanzate dall'attentatire di Belpietro (che, oer chi non lo sapesse, si spedì da solo dei proiettili per simulare false minacce).

Una volta negata la censura attuata della destra, Porro accusa di "fascismo" un gruppo di femministe che lui accusa di aver osato contestare la Roccella:



Quindi va bene un governo che toglie la parola a chi non dice ciò che vuole la Meloni, ma sarebbe inaccettabile il diritto di critica di alcune femministe che non piacciono ad una destra misogina?
Inoltre la Roccella è stata contesta, non è stata messa a tacere. E, con buona pace per Porro, le contestazioni fanno parte della democrazia. Se poi la sua pupilla ha scelto di rinunciare al suo intervento perché incapace di gestire le contestazioni non è colpa degli altri.
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