Pillon difende i camerati che hanno aggredito il giornalista, dicendo che la vera "violenza" è invitare Provita Onlus a vergognarsi


Il leghista Pillon difende i neofascisti di Casa Pound che hanno aggredito e picchiato un giornalista de La Stampa che stava semplicemente fotografando una loro manifestazione in strada. A detta dell'ex senatore, ci spiega che la violenza sarebbe accettabile se non comporta giorni di prognosi:



Quindi, stando alla sua teoria, se lui camminasse per strada e qualcuno gli tirasse una sberla in pieno volto perché gli va di farlo, andrebbe tutto bene perché il pronto soccorso non referterebbe un danno grave? Ma però, poi dice sia "violenza" contestare i suoi amici dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus:



Il problema non è tanto il loro aberrante pensiero, ma il fatto che Coghe vorrebbe imporcelo per legge. Vuole cancellare il diritto di scelta delle donne, vuole discriminare gli studenti nelle scuole e vuole ridefinire la famiglia, prevedendo il carcere per chi non la pensa come lui.
Ed è curioso che Coghe sostenga di avere ogni diritto di parlare al maschile delle donne trans, ma poi faccia la vittima se gli dicono che dovrebbe vergognarsi. Ma Pillon è certo che ci voglia il carcere per chi contesta la loro ideologia e vada tutto bene quando i fascisti picchiano i giornalisti...

Ma se un gruppo di fascisti che aggrediscono un giornalista non preoccupano i leghisti, definiscono "agguato" un presunto segno sul collo che un consigliere leghista sostiene gli sua stato procurato da un consigliere del Pd:



Quanti giorni di prognosi gli avranno dato? Meno di zero? E neppure erano in dieci contro uno, come al raduno degli amici di Pillon. Ma quello è agguato, il pestaggio fascista è democrazia.
Commenti