Continua l'attacco di porro a Valentina Pwtrillo


Con buona pace per Nicola Porro, il fatto che lui continui a pubblicare articoli contro Valentina Petrillo non significa che sia in atto una "polemica". E certamente dire che una donna trans sarebbe "ultracorpo maschile" ha l'odore di una diffamazione aggravata. motivo per cui c'è da augurarsi che l'atleta italiana segua l'esempio della pugile algerina e sporga querela per diffamazione aggravata:



Tale Franco Lodige scrive:

I casi di Imane Khelif e Lin Yu-Ting hanno monopolizzato l’attenzione delle Olimpiadi di Parigi 2024, ma le polemiche non mancheranno nemmeno alle Paralimpiadi. E in questo caso sarà protagonista l’Italia: sì, perché sarà Valentina Petrillo – nata sotto il nome di Fabrizio – sarà la prima atleta apertamente transessuale della storia.

Considerando che è ormai appurato che l'accusa rivolta da Salvini ad Imane Khelif di essere "trans" era una fake-news. perché il sito di Porro pare credere a quella falsità per creare un parallelo che non esiste? Ma Lodige tocca il fondo quando cita il sito della cricca di Terragni, sostenendo che chi aiutò Pillon ad affossare il ddl Zan in nome di un'ideologia transfobica andrebbe ritenuto imparziale:

Anche FeministPost, non proprio un covo di sovranisti conservatori, le dedicò un lungo articolo contestando il suo “ultracorpo maschile” capace di sbaragliare tutte le avversarie donna. “Lo spirito sportivo prevede di riconoscere quando ci sono atlete più forti – diceva Agnese Rossi, una delle avversarie ad Ancona – ma la competizione deve avvenire con il rispetto della categoria: con atlete dello stesso sesso, non con chi ha mantenuto corpo da uomo”.

Ha persino il coraggio di difendere le minacce di morte dei neofascisti polacchi, sostenendo che sarebbe quello delle loro vittime sarebbe "vittimismo":

Certo, non sono mancati i momenti difficili per l’atleta paralimpica: nel 2023 la Petrillo dovette rinunciare ai Campionati del Mondo Master di atletica in Polonia a causa degli insulti e delle minacce arrivate anche online. Ma ovviamente non è venuto meno il vittimismo: “Un atleta uomo, ad Ancona, mi ha accusato di voler vincere facile e mi ha invitato a correre nella sua categoria. A tutte queste persone, faccio presente che io rispetto le regole, non accetto accuse basate sul nulla. Sono vittima di odio di genere, tanto grave quanto la xenofobia verso un atleta che non è considerato italiano perché di colore, come Paola Egonu”, affermò in una intervista al Corriere della Sera.

Che squallore.
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