Arriva il carcere per chi critica gli "eroi" della destra


Fabrizio Quattrocchi lavorava in Iraq come guardia di sicurezza privata, facendosi pagare 9.000 euro al mese da una società statunitense.
Non era lì per portare la pace o per servire il suo Paese, ma la destra lo usò per propaganda grazie alle parole nazionaliste pronunciate prima di essere ucciso.



Non è chiaro cosa lo avrebbe reso "un eroe", dato che non lì con un esercito ma era lì per soldi. Perché è vero che fece anche parte dell'esercito italiano, ma non era in Iraq in quelle vesti visto che era lì al libro paga di un committente privato.
Ma ora che la destra è al governo, chi osa definirlo "mercenario" rischierà 3 mesi di prigione. Sarà fatto obbligo negare quella definizione o si rischierà di far parte dei 248 cittadini che rischieranno condanne penali per aver osato mettere in discussione la definizione di "eroe" che Giorgia Meloni gli ha affibbiato. Lo annuncia la stampa filo-governativa:



Quindi scappiatelo: da oggi sarà fatto obbligo sostenere che va a combattere per soldi sia un eroe. Se non lo direte, vi metteranno in carcere.
E su tanti temi è ormai diventato pericoloso esprimere opinioni, dato che la destra pare una certa propensione nel rincorrere all'accusa di "diffamazione" come strumento di limitazione alla libertà di parola e di pensiero. Si consideri che 122 persone sono state denunciate solamente per aver messo un "like" a chi ha scritto che Quattrocchi "era pagato per uccidere".

Negli anni scorsi la Lega e Fratelli d’Italia fecero gara per innestarsi l'uso del nome di Quattrocchi ed usarlo per propaganda. Lo stesso Secolo d'Italia precisa che "decine di amministrazioni di destra gli hanno dedicato vie o piazze", sottolineando che solo la destra lo esalta.





Peccato che l'eroe sia colui che, di propria iniziativa e libero da qualsiasi vincolo, compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune. Accettare un mucchio di soldi per svolgere un lavoro rischioso non parrebbe rientrare in quella definizione.
E se può spiacere che sa stato ucciso, perché i populisti non considerano eroi anche quei migranti che muoiono sul posto di lavoro, peraltro senza neppure ricevere 9000 euro al mese? Chi muore sul lavoro senza pronunciare una frase d'effetto che possa piacere alle destre non merita il medesimo rispetto?
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