Il Papa incontra l'attrice Nava Mau e la esorta a continuare a battersi per i diritti lgbt
L'attrice messicana Nava Mau, conosciuta per il suo ruolo di Teri in Baby Reindeer, è molto impegnata nel sociale. Donna trans, ha iniziato a lavorare come assistente legale per immigrati sopravvissuti a violenza e ad offrire patrocinio alle persone lgbt+ vittime di violenza.
Durante un incontro privato con Papa Francesco, ha parlato di diritti lgbt+ ed ha rivelato che il pontefice l'avrebbe esortata a continuare a lottare:
Quest’anno è stato pieno di momenti che non mi sono sembrati reali, e che ancora oggi non mi sembrano reali, e questo è uno di quelli che sicuramente non era sulla mia cartellina del bingo. Mai nella mia vita avrei immaginato di sedere accanto al papa nella sua residenza, per poi parlare con lui per un’ora insieme a sei sostenitori LGBTQ da tutto il mondo.
Gli ho raccontato della mia educazione, del mio lavoro con i sopravvissuti alla violenza e di come la comunità sia stata la mia fede. Gli ho parlato di Baby Reindeer e di cosa significasse per così tanti milioni di persone in tutto il mondo conoscere una donna trans che è forte, padrona di sé e amata. Gli ho parlato di mia nonna, che era la mia migliore amica e che sarebbe stata molto orgogliosa di me. Era lì con noi quel giorno. Purtroppo ho perso tutte le altre foto del viaggio, ma questi due giorni mi hanno indubbiamente riportato allo spirito delle comunità che lottano per la sopravvivenza, la dignità e la giustizia. Sì, questi due giorni sono stati sacri. Le parole di commiato del papa sono state che ci augura tutto l’amore e la felicità che desideriamo e che dovremmo continuare a lottare. Non dimenticherò mai la sua benedizione. Ho incontrato attivisti dall’Uganda e dal Ghana che rappresentano comunità LGBTQ che resistono, contro leggi che arrivano a punire la nostra esistenza con la pena di morte. Mentre assistiamo a un aumento degli attacchi politici contro le persone queer e trans negli Stati Uniti, sono colpita dal loro coraggio incrollabile. La loro determinazione e fede dovrebbero guidarci tutti, perché non saremo liberi finché tutti non saranno liberi. Dobbiamo combattere insieme questa lotta.
Un anno fa il pontefice aveva invitato a pranzo un gruppo di donne transessuali romane, mentre solo due mesi fa ha incontrato persone trans e intersex, con i loro genitori, mentre in estate aveva incontrato gli attivisti lgbt dell’Uganda.
Peccato che poi sia lo stesso pontefice che avvalla la fantomatica "ideologia gender" e che la definisce "il pericolo più brutto del nostro tempo".