Jacopo Coghe diffama Natalia Aspesi: «Odia le donne e promuovere la loro persecuzione»
Chi ama le donne dovrebbe costringerle a fare ciò che Jacopo Coghe le ordina di fare. È quanto parrebbe sostenere il portavoce di Provita Onlus in un lungassimo post pubblicato su X.
Sostenendo che lui si sentirebbe attaccato dalle donne che osano rivendicare i loro diritti, è facendo leva sul suo solito vittimismo che si inventa che le sue vittime sarebbero cattive con lui:
Guardo le immagini delle trans-femministe che ieri hanno tentato di forzare il cordone della Polizia per raggiungere e attaccare la sede di Pro Vita & Famiglia a Roma, di nuovo, e penso alle parole usate esattamente il giorno prima della manifestazione da Natalia Aspesi sul Venerdì di Repubblica.
Inizia così a dire che se lui ritiene che la GpA sia sbagliata (ovviamente tranne quando a farvi ricorso è il suo amatissimo Musk), allora andrebbe odiata ogni donna che osa dissentire da lui:
Giustificando il suo appoggio all'orribile mercato internazionale di bambini tramite utero in affitto, la signora Aspesi mi cita per nome e cognome affermando di "detestarmi" e accusandomi di essere un "odiatore di donne" con un'anima "persecutoria", aggiungendo un garbato tocco di body shaming sulla mia "lunga barba nera". [...] Mi domando se non sia invece proprio la Aspesi a odiare le donne e promuovere la loro persecuzione appoggiando il business dell'utero in affitto, un giro d'affari multimilardario fondato sullo sfruttamento e sul dominio esercitato da coppie ricche (etero e omo) su donne povere o comunque bisognose. La Aspesi, persino lei, è troppo intelligente per non sapere che nessuna donna oggi "dona" il suo utero per dare suo figlio ad altri, né mai lo donerebbe se non per un contraccambio. La maternità surrogata "solidale" è una pura invenzione. Al netto del fatto che, comunque, i figli non solo non si vendono, ma nemmeno si regalano.
Tralasciando il vittimismo di Coghe e il suo irridere le persone che davvero subiscono per davvero quel body-shaming che a loro piace fare verso le donne transessuali, non è chiaro perché sia convinto che citare un suo slogan basterebbe a renderlo vero. Chi l'ha deciso che una donna non possa dare un figlio ad altri? Lui? E perché la sua convinzione personale andrebbe imposta a chi non la pensa come lui?
E dato che Coghe ama firmare minacce, assicura che lui denuncerà persone a caso se si avverassero fantomatici reati:
Conserverò con cura la rubrica dell'Aspesi nel faldone in cui conserviamo tutti gli interventi diffamatori contro Pro Vita & Famiglia e le persone che ci lavorano. Quando i veri odiatori e i veri violenti si dovessero stancare di imbrattare la nostra sede e dovessero decidere di alzare il tiro, allora sapremo da chi andare a bussare.
In realtà la responsabilità penale e è personale, così come andrebbe anche verificato che Coghe non simili reati per fare vittimismo. E perché si possa incolpare qualcuno di un reato penale servirebbe una denuncia, non un faldone in cui lui dice di inserire articoli di giornale che non potrà più querelare scaduti i tempi previsti dalla legge.
Ma se dovessimo prendere per buono il suo ragionamento, allora potremmo anche noi andare a bussare da lui ogni volta che una donna viene uccisa o un adolescente si suicida perché vittima di bullismo omofobico? Forse no, dato che lui già premette che farà la vittima se qualcuno protesterà con lui per gli effetti della sua propaganda.