Prosegue il livore incitato da Vannacci contro Gayburg
Il leghista Vannacci pretende di poter andare in giro a dire che i gay non sarebbero normali o che Paola Egonu non meriterebbe di essere italiana. Poi, però, urla che nessuno dovrebbe poter osservare che sua moglie è una immigrata e che ciò un po' stona con quelle sue aberranti teorie sulla "purezza" della razza che lo portarono a paragonare i bambini ai ronzini:
In modo alquanto scorretto, Vannacci ha cercato di aizzare i suoi hater e si è inventato che riportare il dato di fatto per cui Camelia Mihailescu è romena sarebbe stato un attacco a sua moglie. Praticamente, ha tirato in ballo la signora per cercare di fare vittimismo e inventarsi un qualcosa che non esiste. E se certamente non siamo noi quelli che hanno problemi con gli immigrati, l'eurodeputato leghista ci ha definito "vomitevoli razzisti".
Eppure molti siti di destra avevano già dato notizia dell'origine romena di sua moglie, ma solo noi siamo stati attaccati al punto da finire persino su Tg La7:
Sulla base delle sconclusionate accuse di Vannacci, che rivendica un presunto "dritto all'odio" per poi arrabbiarsi se vengono riportati fatti oggettivi, è partita la solita macchina del fango. D'altronde Vannacci è un catalizzatore d'odio e dall'odio di certo non arriverà mai amore.
Ad esempio, troviamo la signora Virna che afferma il falso, ossia che avremmo "pesantemente ironizzato" sulla moglie romena di Vannacci. Peccato che tale calunnia appaia priva di qualsivoglia fondatezza, dato che non abbiamo mai ironizzato sulla signora Camelia Mihailescu ma abbiamo semplicemente riportato un dato di fatto. Se poi certa gente di destra le sue origini romene rappresentano un problema, di certo non è colpa nostra.
Ovviamente non mancano i soliti commenti pieni d'odio da parte dei suoi seguaci:
Peggio hanno fatto i signori de "La voce del patriota", che hanno rilanciato le infamanti accuse della senatrice di Fratelli d’Italia che definisce "violenza alle donne" il citare l'origine della moglie di Vannacci:
Nel riportare quelle accuse, ancor peggio ha fatto La gazzetta di Lucca. In un livoroso articolo dai toni diffamatori, scrivono:
Questa volta è stato un blog della galassia Lgbtqrstuvz a prendersela in maniera offensiva ancor più che ironica e ingiustificata con la signora Camelia chiamando in causa le sue origini straniere e il fatto che il generale avrebbe agito, sposandola, in maniera opposta a quando e quanto parla a proposito di immigrati. Della seria una doppia morale, razzista fuori, mentre in casa propria non lo è avendo sposato una donna appartenente al popolo rumeno contro cui, secondo il blog gay, il segretario della Lega, Salvini, partito di Vannacci, si sarebbe scagliato anni fa con parole di pessimo gusto.
Sarebbe interessante capire in che modo saremmo stati "offensivi" e "ironici". Eppure rincarano la dose aggiungendo:
Questa volta, però e inoltre, anche una nostra cara amica e senatrice di Fratelli d'Italia, Susanna Campione, componente della Commissione bicamerale contro la violenza sulle donne, avvocato che conosciamo e apprezziamo, romana, ma presente a Lucca per aver difeso Sabrina Landucci nella causa avverso l'ex marito Mario Cipollini, nota anche per la sua battaglia costante in difesa delle donne, ha voluto intervenire e schierarsi dalla parte di una donna, appunto la moglie dell'europarlamentare della Lega. Chissà dove saranno finite le femministe e le sinistrorse verniciate di rosso.
Esattamente, perché mai le femministe dovrebbero sostenere che debba essere fatto divieto osservare che la signora Mihailescu è rumena? Per noi Vannacci è libero si sposarsi chi vuole. A noi non importa nulla se vuole sposare donne rumene, albanesi, iraniane, siriane, russe o albanesi. La realtà è che lui a sollevare problemi quando sono gli altri a farlo.
Davanti all’unione civile tra un carabiniere e il proprio compagno, Vannacci ha sostenuto che «nessuno vieta i diritti a queste persone, ma neanche loro devono poi stupirsi se questi matrimoni in alta uniforme creano scalpore. Perché sono manifestazioni che non rientrano nell’uso comune. Liberissimi di farlo ma consapevoli del fatto che molti si stupiranno e criticheranno questi atteggiamenti».
Evidentemente sottintendeva che lui può criticare le famiglie altrui ma gli altri non possono neppure riportare dati oggettivi riguardo alla sua.