Coghe non bestemmi: l'omofobia non è "valore cristiano"


Jacopo Coghe pare dare di matto ogni volta che una vittima della sua persecuzione scrive un messaggio in difesa dei più deboli sulla serranda della sua organizzazione, ma poi si lamenta se un calciatore non viene lasciato libero di scrivere messaggi d'odio che calpestano il nome di Gesù per contrapporlo blasfemamente ai gay. E così dice che sarebbe ingiusto applicare i regolamenti che vietano messaggi religiosi in campo, anche se probabilmente lui sarebbe stato il primo a dare di matto se su quella fascia fosse stato citato Allah. E con buona pace per lui, l'orientamento sessuale è una naturale variante della sessualità e non certamente un movimento politico:



Esattamente, chi avrebbe detto che i gay dovrebbero essere "inclusi" dagli omofobi? Chi ha deciso che dovremmo chiedere lui il diritto di esistere?
E se si considera che lui si impone con la sua ideologia, perché gli altri dovrebbero stare da parte per non interferire con il suo business? E con che coraggio cita la "libertà di espressione" dato che lui e la sua organizzazione hanno denunciato migliaia di persone e professori con l'obiettivo di colpire le loro opinioni?

Ma forse ogni domanda è inutile, dato che Coghe cerca di istigare alla discriminazione persone capaci di esprimersi così:



E quello sarebbe il loro "spirito cristiano"?
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