La Meloni va da Porro ad insultare le femministe
Probabilmente la destra meriterebbero il Premio Turetta per il suo contributo al patriarcato, dato che ogni loro attacco alle politiche della loro Meloni diventa pretesto per insultare le femministe. Evidentemente, il maschio metrosessuale bianco non accetta possano avere opinioni diversa da quelle che lui vorrebbe costringerle ad avere.
E così, oggi Poddi dice che la sua Meloni vuole che le femministe dicano che la sinistra sarebbe brutta e cattiva, perché una singola persona ha usato un termine che per loro è sessista solo se non è Trump o Berlusconi ad andare a prostitute:
Citando il Vangelo secondo Giorgia, Porro inizia a dire che loro sarebbero poverino perché non possono insultare gli altri senza essere criticati. E pazienza se gli insulti ai gay di Pillon paiono credibili mentre nessuno può pensare che Filippo Ceccarelli sia sessuata. Così scrive:
Questa uscita ha generato ampio scandalo, in particolar modo all’interno del partito Fratelli d’Italia, capitanato da Giorgia Meloni, che ieri sera a Quarta Repubblica ha prontamente manifestato il proprio dissenso. La critica principale avanzata dal partito riguardava l’applicazione di un doppio standard nella valutazione di commenti sessisti, sostenendo che dichiarazioni simili, se pronunciate da esponenti di sinistra, tendono a essere minimizzate o ignorate. “Esiste un doppio standard – ha detto la premier a Nicola Porro – Chiunque non sia di Repubblica o di quell’ambiente radical chic dei salotti verrebbe linciato. Io francamente, diciamo, un epiteto del genere non penso che dovrebbe utilizzarlo nessuno. Dopodiché, Atrju è pure un maschio. Per cui, a chi è rivolto l’epiteto? È rivolto alla sottoscritta, è rivolto alle donne di Fratelli d’Italia, è rivolto a tutte le donne in generale?. Cioè, che battuta è? Che battuta è?”.
Ma la sterile polemica è diventa il pretesto con cui la presidente che vuole essere chiamata "signor presidente" ha attaccato le donne:
Meloni fa poi notare che “le femministe zitte”, come al solito, sono rimaste in silenzio: “Addirittura lì qualche femminista ride. Ride felice, che bello! E vabbè, ce lo ricorderemo quando ci verranno a fare le lezioni. Ma non voglio dire neanche questo che sono stati tutti zitti, che tutte le giornaliste sono state zitte, che tutte le giornaliste di Repubblica sono state zitte perché Ceccarelli scrive a Repubblica.
O forse sono più preoccupate di una Meloni che vuole infilare i "pro-vita" nei consultori di chi fa una battuta più o meno riuscita. Ma ormai Fratelli d'Italia non fa che ripetere che le opposizioni dovrebbero dire ciò che vuole la loro leader:
Difendendo il principio di rispetto verso le donne, a prescindere dalla loro appartenenza politica, Elisabetta Gardini, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, insieme a Tommaso Foti, ex capogruppo alla Camera e ora ministro, hanno enfatizzato come il commento di Ceccarelli rappresentasse un caso di “femminismo intermittente”, criticando l’assenza di una condanna ferma da parte di ambienti intellettuali e giornalistici di sinistra.
Quindi è vietato non dire quello che la signora meloni vorrebbe? E perché Porro non parla dell'assenza di femminismo di una Meloni che è donna ma non fa politiche per le donne? Anzi, a Porro chiede di essere definita come "il presidente" e non "la presidente".