Le preoccupanti similitudini tra la Werwolf division e i discorsi del leghista Pillon


Daniele Trevisani era a capo della Werwolf division, ossia l'organizzazione neonazista di cui faceva parte anche l'ex consigliere leghista Fabio Tuiach.
Parlando al telefono, ad un'amica aveva detto di non assume più droghe perché il suo ruolo gli impone di «dare il buon esempio». E nemmeno il suo secondo in comando, Andrea Ziosi, «perché sua madre gli ha preso la carta».
Ed è proprio dalle loro chat, zeppe di insulti antisemiti e minacce ad altri leader, emerge il notevole peso che le loro mamme avevano nell'organizzazione. E così, Salvatore Nicotra, membro dell'organizzazione, aveva raccontato alla madre malata del suo progetto di attentare alla vita di Giorgia Melon. Diceva di doverlo fare perché odiava il portafoglio digitale con cui il governo "costringerà" i cittadini ad abbandonare banconote e monete.
Il tema vi parrà familiare, dato che a sostenere la stessa identica tesi è anche l'ex senatore leghista Simone Pillon. Anche lui incita i suoi adepti contro il portafoglio digitale e invoca il ritorno al contante non tracciabile.
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