Valditara querela l'ennesima critica. Così il governo Meloni vuole azzittire il dissenso
Mentre Salvini continua a piagnucolare che lui non vuole essere processato, pare abbastanza evidente che governo Meloni punti a silenziare il dissenso e il diritto di critica attraverso il ricorso alle querele. Da Raimo a Canfora e da Montanari a Saviano, i ministri hanno cercato di punire ogni critica.
Ora il ministro Valditara ha chiesto diecimila euro di risarcimento a Giulio Cavalli. Lo ha dichiarato il diretto interessato: «Ieri mi è arrivata la richiesta di risarcimento danni per "diffamazione a mezzo stampa” del ministro dell’Istruzione». A lui viene contestato un articolo scritto per La Notizia il 15 aprile, in cui Cavalli ha commentato la battaglia del ministro contro le «festività non riconosciuta dallo Stato».
«Non sono “feste riconosciute” nemmeno il cosiddetto martedì grasso che corrisponde alla chiusura delle scuole» è il commento di Cavalli «e non sono “feste riconosciute” nemmeno i giorni di ponte che abitualmente collegano il Natale al Capodanno. Infine c’è l’avversione (inutile, come abbiamo visto) alle altre fedi religiose e tradizioni. Quest’ultima è una pratica che non ha nulla a che vedere con le leggi ma è molto di questo tempo e di questo governo e si chiama razzismo».
Negli ultimi mesi, Cavalli ha già ricevuto una minaccia di querela dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, e una querela dal viceministro Galeazzo Bignami.
Ma il caso non è isolato. Anche noi di Gayburg abbiamo appena visto archiviare alcune cause intentate da esponenti Fratelli d'Italia e Lega, mentre siamo in attesa di essere sottoposti ad interrogatorio per una causa intentata da Salvini.
Roberto Saviano è a processo per avere definito Matteo Salvini «ministro della Mala Vita» in riferimento al titolo di un libro di Gaetano Salvemini e ha dovuto dare mille euro a Giorgia Meloni perché lei si sentiva offesa da una sua espressione ritenuta troppo colorita. Tomaso Montanari è stato querelato dal ministro Lollobrigida per un articolo in cui ha scritto che chi parla di “sostituzione etnica” usa le parole e i pensieri di Adolf Hitler e di Benito Mussolini. Ed anche Donatella Di Cesare è stata querelata dal ministro Lollobrigida che per aver etichettato sostenuto che le sue parole fossero quelle di un “governatore neo hitleriano".
Però Salvini invocò l'immunità parlamentare per scappare al processo che lo vedeva accusato di aver dato della "zecca tedesca" a Carola Rackete. Ma forse, come sosteneva il Marchese del Grillo, lui è lui e gli altri non sono un c...
«Chiediamo al ministro Valditara e alla presidente Meloni se esista ancora in questo Paese la libertà di manifestare il proprio pensiero», è il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein.