Il padre di Ramy Elgaml chiede manifestazioni pacifiche. L'imprenditore Crescentini lo insulta


«Quando ci sono persone che fanno manifestazioni per chiedere giustizia e verità per mio figlio, non devono fare casino né cose brutte. Per favore, fate manifestazioni pacifiche». È quanto il padre di Ramy, Yehia Elgaml, ha dichiarato alla stampa dopo gli scontri verificatisi a Roma e Bologna.

Eppure, davanti a parole di puro buonsenso, l'imprenditore Marcello Crescentini ha replicato con scomposti insulti. Evidentemente ci tiene a rendere evidente il suo odio di stampo razziale ad ode del governo che premia gli evasori fiscali che rubano agli italiani.
Nonostante lui non abbia problemi con i politici che parano in un italiano stentato o con gli italiani che parlano solo dialetto, scrive:



Ipotizzando che abbia lavorato per 12-14 ore al giorno per per 4-5 euro l'ora (rigorosamente in nero) e che abbia dovuto pagare l'affitto (in nero) di 600-700 euro al mese, c'è da stupirsi non abbia avuto tempo per iscriversi a qualche università.
Eppure Crescentini mette in dubbio persino al sua onorabilità, dando man forte ai razzisti. Tanto lui è ricco, la sua vittima è povera e probabilmente non potrà permettersi di querelarlo per diffamazione aggravata:



In realtà esistono anche tanti italiani che vivono all'estero e conoscono poco la lingua. Loro non li insulta? Pensa che sarebbero integrati dolo perché di "razza" gradita ai suprematisti bianchi?
E che c'entra il suo disprezzo per i gestori di Ramy con i fatti che hanno portato alla sua morte?
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