Pillon torna a inveire contro i migranti
Il leghista Simone Pillon è tornato ad incoraggiare il suo solito odio religioso, sostenendo che essere mussulmani renderebbe "islamisti" e che i migranti sarebbero stupratori. Secondo copione, si è anche premurato di accusare la sinistra di non essere razzista e incline alle generalizzazioni come loro, manco lo ritenesse un vanto:
Davanti ad un Pillon che nega le responsabilità penali dei singoli per attaccare indiscriminatamente interi gruppi etnici, si potrebbe comprendere come sia stato possibile il nazifascismo. Evidentemente l'odio è una merce che continua a produrre profitto a chi lo commercializza.
Inoltre, non si trovano tracce della tesi leghista per cui quelli sarebbero "rituali per educare le donne occidentali", come lui afferma, dato che si tratterebbe di manifestazioni di disprezzo verso le donne non dissimili da quello mostrato da tanti gruppi integralisti vicini all'ex senatore:
Non sarà che Pillon, da buon jihadista del patriarcato, preferisce inventarsi che gli immigrati sarebbero "razzisti" verso l'uomo bianco piuttosto che osservare potrebbero essere sessisti come tanti suoi proseliti?
Nella chiusa finale, sostiene che lui ha deciso che lui esige un "rimpatrio a pedate". Peccato che il suo ricorso all'invocazione di violenza fisica lasci trasparire che lui la vive come un atto di predominio, a cui dice di voler rispondere mandando persone che lui sostiene sarebbero stupratori in paesi in cui potrebbero stuprare indisturbati. E quindi, al posto di prevenire un crimine, parrebbe volerlo favorire altrove.