Il leghista Sasso e suoi sogni di deportazione


La Lega ha deciso di rincorre un elettorato razzista promettendo una "remigrazione", ossia una deportazione forzata su base etnica di immigrati e di cittadini italiani nati da migranti. La chiede a gran voce il leghista Sasso, sostenendo che i migranti sarebbero delinquenti e che li si debba ritenere un costo. Quindi, per profitto, bisognerebbe violare i loro diritti umani e deportarli.



In realtà, la Lega ha fatto di tutto per costringere gli stranieri a vivere ai margini. La legge sull'immigrazione che gli vieta di lavorare nella legalità è loro, così come la decisione di chiudere gli SPRAR, di non iscriverli alle anagrafi locali, di attuare uno smantellamento sistematico delle politiche di integrazione e creare persone costrette a vivere come "fantasmi".

Ovviamente Sasso dice che i giudici andrebbero disprezzati perché non permettono ai leghisti di violare la legge, attuando le deportazioni elettorali organizzate in Albania dalla Meloni. E così, ne deduce che la legalità sarebbe contro il "diritto" dei leghisti ad essere razzisti.
In fin dei conti lo sono stati dal primo giorno, quando Salvini dichiarava di essere superiore a Sasso perché settentrionale. Ora che odiano chi è africano, Sasso si è unito al suo carnefice dato che la vittima non era più lui.
Ma il sostenere che i migranti sarebbero la fonte di ogni male dicorda molto quando i nazisti dicevano la stessa cosa degli ebrei.

A Sasso potremmo poi spuegare che il profitto non è tutto. Oltre ai soldi, dovrebbe esistere un sendo moral. Altrimentisarebbe ingiusto vietate la pedofilia, dato che alcuni genitori leghisti potrebbero chiedere dei soldi per far violentare le loto figlie. O dovremmo uccidere gli anziani, perché non producono denaro e cistano allo stato.
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