La Lega vuole istituire il "reato" di velo islamico

La Lega pare odiare i mussulmani in modo non troppo dissimile da come i nazisti odiavano gli ebrei. E così, la leghista Anna Cisint ci spiega che la prima priorità dell'Italia dovrebbe essere quella di istituire il "reato" di velo islamico. La donna mussulmana va costretta a non indossare simboli religiosi, mentre va elogiata la donna bianca che ostenta crocefissi.
Ovviamente la signora si nasconde dietro una più generica legge che vieterebbe di comparire il volto (che peraltro già esiste), ma ha realizzato die video promozionali in cui spiega che il suo fine è quello di vietare la libertà religiosa alle donne mussulmane e non certamente quello di prendersela con i bianchi che indossano un caso integrale:

Premesso che mantenere la promessa di cancellare le accise o restituire i 49 milioni che sono stati rubati agli italiani dalla Lega parrebbero priorità maggiori, la Lega sta puntando moltissimo sul cavalcare ogni pretesto per incitare odio contro chi ha una religione diversa da quello che loro sostengono di professare.
Ed ormai non si contano più i "reati" creati dalle destre. Ma in fondo, la Lega fu quella che si inventò il "reato di clandestinità" asserendo che la sola esistenza potesse essere ritenuta penalmente rilevante.
Anna Cisint è la sindaca leghista di Monfalcone, in perenne lotta contro gli immigrati musulmani. Sostiene di voler condurre una "battaglia per il contenimento dell’invasione straniera e il contrasto del processo di islamizzazione" perché lei si percepisce "a rischio sostituzione etnica".
Nel suo comune ha eliminato le panchine dalle piazze del centro, intenzionata evitare che degli stranieri potessero sedersi. Ha vietato il gioco del cricket nei parchi pubblici, perché sport nazionale nel subcontinente indiano. Ha poi vietato i burqini "nelle nostre spiagge e nei nostri mari" perché li riteneva "inaccettabili per l’igiene e il decoro". Ha preteso la chiusura di alcune moschee, ritenute "finti centri islamici, focolai di fondamentalismo e violenza".
Nella provincia di Gorizia ha preso più preferenze di Meloni. Vannacci.