La Meloni insiste nel cercare di ingannare gli italiani

Dopo la falsa promessa del fantomatico blocco navale, Giorgia Meloni ha ripiegato sulla promessa di costose deportazioni elettorali contrarie alle nostre leggi. D'altronde il suo pubblico di riferimento chiede inumanità verso i più deboli e lei si offre di compiacerli.
Ma parrebbero affermazioni in gran parte false o atte a distorcere la realtà dei fatti il suo asserire che per i giudici che non hanno convalidato i trattenimenti dei migranti in Albania “non esistono Stati di provenienza sicuri” e che questo renderà “i rimpatri impossibili” anche per “chi commette reati in Italia”. Ed ovviamente ripete che fermare l'immigrazione sarebbe “quello che gli italiani hanno chiesto” e la premier dovrebbe essere messa “in condizione” di poterlo fare anche in sfregio alle nostre leggi.
Peccato che nessuna sentenza abbia affermato che "non esistono Stati di provenienza sicuri", applicando le norme che prevedono un "esame individuale della domanda" e "le circostanze specifiche in cui si trova il richiedente". E nemmeno è vero che le sentenze sui Paesi sicuri rendono "impossibili i rimpatri". Lo dovrebbe sapere, dato che alcuni giorni fa ha organizzato un lussuoso volo di rimpatrio per il pericoloso criminale libico che il suo governo ha scarcerato.
Non meno falso è che gli italiani le abbiano chiesto centri in Albania, dato che la sua idea è nadat dopo le elezioni.
La presidente del Consiglio ha poi usato un trucco retorico, asserendo che "nelle ultime ore i giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma si sono probabilmente accorti di questo cortocircuito e hanno diramato un comunicato". In realtà il comunicato in questione non ha nulla anche fare col "cortocircuito" inventato da Meloni, ma è stato emesso quattro giorni fa per sbugiardare una serie di falsità sui rimpatri diffusi da molto esponenti della destra.