Licenziati i lavoratori dei centri di deportazione in Albania. Ma Piantedosi vuole tenere lì gli agenti


Il flop dei centri di deportazione albanese è evidente. Costati milioni di euro, sono stati utili unicamente alla propaganda elettorale di Giorgia Meloni, ma non hanno mai funzionato. Poliziotti, medici e personale venivano pagati con i soldi delle nostre tasse per non fare niente, in attesa che la nera sovrana spendesse centinaia di migliaia di euro per trasportarci poche decine di poveracci al solo fine di lamentarsi quando i giudici le avrebbero ricordato che ciò che stava facendo era un atto illegale.
Ora, la cooperativa che gestiva le due strutture ha annunciato che tutto il personale locale verrà licenziato. O meglio, “i contratti del personale dell’ente gestore dei centri migranti sono stati annullati. I contratti stipulati tramite una succursale della coop Medihospes creata a Tirana. L’appalto vinto a maggio valeva 133 milioni di euro”.
Ma Piantedosi ha già annunciato che lui intende spendere tanti altri sodi pubblici e che poliziotti e medici resteranno lì, tolti dalle nostre strade per fare la guardia a dei locali vuoti. In fondo, quei centri sono strategici all'attacco alla legalità condotta dal Governo Meloni, dato che la promessa di deportare esseri umani fa molta presa sul loro elettorato.

La realtà è che Giorgia Meloni non sa più che inventarsi, tant'è che Medihospes ha citato come causa del licenziamento “una serie di pronunce giudiziarie contraddittorie e non conformi agli orientamenti della Corte di cassazione italiana nonché l’impossibilità momentanea di accogliere nuovi flussi di migranti”.
Ad oggi, Giorgia Meloni ha speso 800milioni di euro per la costruzione dei due centri e ha buttato altri 133milioni in appalto che si scontra con la legge.
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