Nicola Porro va all'attacco della vittima di torture che ha osato denunciare la Meloni

Chi osa interporsi al potere di Giorgia Meloni va punito. Lo hanno sperimentato tutti quei magistrati che l'avrebbero offesa osato chiederle il rispetto della legge. E lo sa la vittima di tortura che la destra sta insultando perché non ha esultato quando Giorgia Meloni ha liberato il suo aguzzino.
Sempre pronto ad attaccare i nemici della sua nera sovrana, Nicola Porro non ha perso tempo per dare man forte alla sua consueta macchina del fango:

Avesse onestà intellettuale, direbbe chiaramente che lui ha torto e lei ha ragione perché lui è nero e lei è una ricca donna bianca di estrema destra. Ma Porro ha preferito inventarsi che dovrebbe esserci un fantomatico legame con l'odiato Aboubakar Soumahoro, probabilmente basato sul solo fatto che abbiano la pelle dello stesso colore. Poi, tra le solite invettive contro le opposizioni, arrivano alla sparata finale: sarebbe tutta colpa del «noto speculatore immigrazionista George Soros».
D'altronde si sa, per loro è sempre colpa di chi usa i suoi soldi per aiutare i deboli anziché usarli per finanziare i gruppi neonazisti come il loro amato Elon Musk.
Ma resta un problema. Se anche fosse, in che modo ciò dovrebbe esentare il Governo Meloni dal rispetto delle leggi o legittimarlo a liberare pericolosi criminali? Lo sapranno che le responsabilità penali sono valutate dai giudici e non dal querelante, motivo per cui il problema dovrebbe essere il capire se davvero ci sia stato favoreggiamento?
È anche questo che spaventa nelle destre: davanti ad una loro leader che libera un pericoloso criminale e gli paga pure un volo privato con i nostri soldi, loro sono disposti a fare quadrato. Non c'è nefandezza che siano capaci di condannare, ossessionati dalla loro desiderio di idolatratria verso i loro ricchi leader.