Dio, patria e niente famiglia. La Meloni vuole scaricare sui parenti i costi dei malati ricoverati nelle Rsa


Il Governo Meloni è tornato a colpire le famiglie italiane, stabilendo che il costo degli anziani ricoverati sulle Rsa dovrà ricadere in maniera ancor più significativa sui loro parenti (come peraltro già avvenire in alcune regioni a trazione leghista). La minaccia è nascosta in emendamento al decreto "taglia liste di attesa" che cancella alcuni contributi statali alle rette delle Rsa.
La retta media mensile per gli anziani e le persone con gravi disabilità, come i malati di Alzheimer o altre patologie neurodegenerative, si aggira intorno ai 3.300 euro mensili. Parte del 1.600 euro che coprono attività assistenziali, come l'aiutare i pazienti a vestirsi, lavarsi o mangiare, vengono rimborsate da alcune Asl sulla base dei redditi. Ma l'emendamento delle destre specifica che "sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle attività di rilievo sanitario, anche se connesse con quelle socioassistenziali".
Una formulazione che, di fatto, esclude il rimborso della quota legata all'assistenza sociale. Il tutto, peraltro, in palese violazione di una sentenza della Corte di Cassazione dello scorso dicembre che aveva stabilito che tali attività sono inscindibili da quelle sanitarie.

"Si scarica sulle famiglie e sui Comuni la responsabilità di coprire l'intera retta, cancellando il diritto universale all’assistenza", denuncia Francesco Boccia, presidente dei Senatori del Pd. Anche la senatrice Sandra Zampa (Pd) sottolinea l'assurdità di separare l'assistenza sanitaria da quella sociale: "Se devo aiutare a mangiare una persona che non è in grado di farlo, come si fa a dire che non è assistenza indispensabile per la sua salute?".
Stefano Montalti, presidente della Onlus "Amici di casa insieme", teme un "grave passo indietro" rispetto alla sentenza della Cassazione, che aveva aperto la strada ai ricorsi per il rimborso integrale delle rette.
Mentre la destar continua a tagliare sull'assistenza, regioni come Emilia Romagna e Alto Adige continuano a coprire entrambe le quote della retta. Ed è evidente la disparità creata, che costringe chi ha la sfortuna di vivere in regioni leghiste a dover pagare ciò che non viene chiesto ad altri cittadini .
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