Il leghista Sasso fa la vittima: «Qualche meschino rosso incita all'odio nei miei confronti»

Il deputato leghista Rossano Sasso è noto alle cronache per aver confuso Dante con Topolino e per aver spacciato Pio La Torre per una bimbo transessuale (anche se l'uomo a cui dobbiamo la legge sull’associazione mafiosa andava a scuola indossando le scarpe della zia, perché era povero e in casa non ne avevano altre).
È stato uno dei primi leghisti a parlare di "remigrazione", promette battaglia alla fantomatica "Ideologia gender" e non gradisce asterischi possano includere le donne in comunicazioni che lui preferisce siano scritte al maschile.
Fa dunque sorridere dica che lui starebbe subendo un presunto "incitamento all'odio nei suoi confronti" dopo aver basato la sua carriera sull'astio verso le minoranze,
Il motivo della sua polemica riguarda il feroce attacco da lui rivolto ad giovane insegnante, ritenuta "colpevole" di avere idee politiche diverse dalle sue. Ed è usando il suo impiego da sottosegretario che ne chiede il licenziamento, preferendo denigrarla sui social anziché ricorrere alle sedi appropriate. A suo dire, essere di sinistra la renderebbe incompatibile con un ruolo da insegnante, perché lui sostiene che partecipare ai Pride significherebbe "andare in giro nuda per la città" in una evidente mistificazione:

Fa abbastanza ridere che i leghisti finiscano sempre con il fare la vittima, lamentandosi perché qualcuno li tratterebbe come loro trattano gli altri. Ed è curioso non censuri gli insegnanti che si vestivano da unni alle sagre di Putida o quelli che auguravano la morte ai figli di migranti.
Chiedere che una insegnante sia licenziata per ciò che fa nella sua vita privata è da regime, anche se Sasso si lamenta non lo lascino libero di mettere alla gogna chi non è leghista.