Il parlamento ungherese approva la legge che vieta i Pride


Il parlamento ungherese ha approvato l'oscena legge, pretesa da Viktor Orban, che vieta il Pride sulla base della controversa legge per "la protezione dei minori" varata nel 2021. La norma, di ispirazione russa, vieta qualsiasi forma di "promozione ed esibizione" dell'omosessualità ai minori. E la tesi di Orban è che il Pride sarebbe "dannoso per i bambini".
Presentata dalla coalizione che sostiene il governo populista di Orban, la legge prevede anche forti limitazioni al diritti di associazione e di riunione, limitandoli a eventi "che rispettano il diritto dei bambini ad uno sviluppo fisico, mentale e morale appropriato". I partecipanti alle manifestazioni sgradite al governo potranno essere identificati anche attraverso il riconoscimento facciale.
Nel suo discorso annuale alla nazione, Orban aveva lasciato capire che avrebbe studiato azioni per impedire lo svolgimento del Pride di Budapest, che quest'anno celebra i suoi 30 anni, invitando gli organizzatori di evitare "uno spreco di soldi e tempo".

Sui social, Orban ha insisto nel voler spacciare la norma come una fantomatica "protezione dei bambini" da quella che i populisti chiamano "ideologia woke":



Pare evidente che a loro non freghi nulla dei banini, perché sostenere che il Pride li minaccerebbe è semplicemente idiota. Più probabile è che Orban voglia attaccare i principi della cultura europea, così da danneggiare l'Unione a vantaggio dei russi.
In fondo, il loro pubblico di riferimento sono hater che vogliono essere legittimati nel loro odio e che si vogliono sentir dire che le loro pulsioni sessuali sarebbero un nerito. E ne abbiamo anche di nostrani:



Insomma, Trump è+ un eroe che paga giovani pornostar per acquistare sesso mercenario ma i gay sarebbero pericolosi pe ri bambini perché gli omofobi fantasticano su cosa potrebbero fare nei loro letti.

Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, commenta: “Ecco l’Europa che non vogliamo ed ecco cosa l’Unione europea dovrebbe contrastare. Non serve una corsa al riarmo per difendere l’Europa, serve il rigore di stabilire cosa è Europa e cosa non lo è. Serve una cultura inderogabile di democrazia, diritti, giustizia. Come saprà difendersi l’Europa se alleva in seno le serpi che l'avvelenano? Su questo pretendiamo parole chiare, inequivocabili: la politica di Orban è fuori dall’Ue, bisogna dirlo una volta per tutte, e poi agire di conseguenza utilizzando tutti gli strumenti sanzionatori nel confronti del governo ungherese e di tutela verso la comunità LGBTQIA+, oggetto di un'evidente persecuzione in quel Paese”.
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