Nuovo regalo a Provita Onlus. FdI chiede il consenso informato per "arginare la deriva inclusiva nelle scuole"


L'impressione è che sia l'organizzazione forzanovista Provita Onlus a dettare l'agenda al governo di Giorgia Meloni. Dopo averli accontentati inventandosi un improbabile "reato universale" e dopo aver dato agio alle loro proteste contro chiunque insegni rispetto agli studenti, è in nome della loro crociata contro una inesistente "ideologia gender" che il capogruppo di Fdi in commissione Cultura alla Camera, Alessandro Amorese, propone di vietare lezioni, seminari o attività che trattino argomenti legati a sessualità, educazione affettiva e relazioni interpersonali senza un consenso firmato da parte dei genitori.
In altre parole, la scuola non potrà dare rassicurazioni e formazione agli studenti gay che hanno la sfortuna di crescere in famiglie omofobe, ma l'accesso sarà consentito unicamente a chi ne ha meno bisogno perché vive con genitori non integralisti.
La proposta di legge risponde alle richieste avanzate dall'organizzazione forzanovista Provita Onlus e del gruppo di Gandolfini, i quali sostengono che il genitore debba poter imporre le sue ideologie ai figli.

Secondo Amorese, il divieto servirà a tutelate «la sensibilità culturale, etica e religiosa di ciascuna famiglia». È infatti loro prassi sostenere che la discriminazione sarebbe il volere di Dio. E così, sarà vietato presentare materiale didattico che non sia passato al vaglio dei genitori, i quali potranno decidere i temi che andranno censurati ai loro figli.



Esulta il quotidiano di Maurizio Belpietro, da sempre inclinbe a fomentare pare irrazionali contro il fantomatico "gender". Secondo loro, bisognerebbe "fermare la deriva inclusiva nelle scuole" sulla base di una bufala ideata dal leghista Rossano Sasso:

Che ci sia bisogno di fermare la deriva inclusiva nelle scuole lo dimostra la vicenda accaduta in un plesso del napoletano: l'istituto ha diffuso una circolare a genitori e alunni nella quale la parola "bambini" è stata sostituita da "bambin*", con l'asterisco finale. L'avvocato Angelo Pisani, coordinatore della Commissione diritto degli affetti dell'Ordine degli avvocati di Na-poli, ha reso nota la storia, chiedendo l'intervento del ministro Giuseppe Valditara: «I responsabili di questa iniziativa si devono dimettere, sottintendono che esistono scolaretti di sesso incerto e che questa è una cosa normale ma è fanatismo».

Mentre loro invocano il licenziamento di chi non discrimina, pare falso che la parola "Bambini" sia stata sostituita con "bambin*", dato che la circolare in questione è questa:



Scrivere "interazione bambin*/cane" serve ad includere le formule "interazione bambino/cane" e "interazione bambina/cane". Quindi non c'è alcun plurale, ma solo la volontà di non preferire il maschile per parlare delle bambine.
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