Pillon annuncia che lui vieterà a sua figlia "Biancaneve" perché l'attrice ha la pelle scura


Il leghista Simone Pillon ci tiene a farci sapere che lui imporrà a sua figlia il categorico divieto di poter guardare il nuovo film di "Biancaneve". Dice che la minore andrebbe privata da quel piacere perché a lui dà fastidio che l'attrice protagonista abbia la pelle scura.
Non gradisce neppure che il film non prenda di mira i nani, sostenendo di vedere imprecisate "creature fluide" che offenderebbero la sua idea di mascolinità. Ma anche qui non è chiaro se lui associ i nani alla sessualità sulla base di quelle parodie porno anni '70 in stile "Biancaneve sotto i nani", anche se probabilmente il buonsenso ci suggerisce che i bambini non guarderanno i geniali dei personaggi come parrebbe fare lui.
La sua conclusione è che quello sia un film creato da "squilibrati" che rischierebbero di "indottrinare" sua figlia al rispetto, osando proporre una versione della storia in cui la donna è padrona della sua vita e non è un essere debole che deve attendere che un maschio vada a salvarla. Nel caso specifico, poi, l'eroe di Pillon è un maschio che va per moschi a baciare cadaveri: nel casi migliore saremmo davanti ad un neurofilo, nel peggiore saremmo davanti ad un potenziale stupratore che cerca di fare sesso con donne rese incoscienti, come prassi di quegli stupratori che drogano le loro vittime.

Se ci sarebbe da ringraziare il cielo per una versione del film epurata da necrofili e donne schiavizzare da nani che esigono che sia la femmina a rassettare casa, lui ne conclude che quella pellicola andrebbe accusata di "ideologia femministe woke e gender". E dato che un po' di irrisione del cristianesimo non guasta mai, ci inserisce quel "andate farvi benedire" con cui ormai condisce ogni suo insulto alla società civile:



Premesso che il suo definire "squilibrati" gli autori del film parrebbe rappresentare un reato di diffamazione aggravata, assai ipocrita per un leghista che provò a fare soldi facili querelando quanti gli riservarono parole assai meno offensive, surreale è il suo dire che quel film potrebbe "indottrinare" la sua "bambina".
Quindi, la sua "bambina" andrebbe indottrinata al pensiero di un padre che schiuma davanti a chi ha la pelle scuola e che si offende se i film non denigrano intere categorie di persone? E pretende che a sua figlia si dica che una donna non può essere protagonista della propria vita, perché la femmina dovrebbe dipendere da un maschio patriarcale che la domini e la comandi a proprio piacimento?

Nel suo post, Pillon rilancia la teoria di Jacopo Coghe basata sul sostenere che tutti sarebbero omofobi e razzisti quanto membri della loro organizzazione forzanovista, motivo per cui lui sostiene che la Disney starebbe perdendo soldi perché non produce film graditi all'estrema destra.
Se quella tesi andrebbe dimostrata, indicativo è come Pillon e Coghe ritengano che il denaro sia più importante dei diritti umani e che si dovrebbe essere pronti a non fare la cosa giusta se si ritiene che odio e discriminazioni possano portare profitto economico.
Per tutti gli altri, il fatto di scegliere di essere dalla parte giusta della storia, anche se ciò porterà a rinunciare ai 7 euro di Pillon, dovrebbe essere motivo di merito.
Commenti