Il disastro del Governo Meloni sulla cannabis light

Quasi non bastassero i 6,6 milioni di buco all'Inps provocati dai condoni leghisti, da sabato il decreto-legge sulla sicurezza approvato dal governo Meloni costringerà alla chiusura tremila aziende e lascerà a casa circa quindicimila lavoratori da sabato.
Il motivo? Con l'entrata in vigore del cosiddetto "decreto sicurezza", la cannabis light sarà resa illegale in Italia. La decisione è stata imposta attraverso un decreto-legge, usato per togliere al parlamento ogni possibilità di poterlo modificare o discutere il tema. Inoltre, è in maniera alquanto anomala che si è deciso di rendere illegale un prodotto senza alcuna scadenza per poter smaltire le scorte o per distruggerle. Quindi, da sabato, chiunque abbia scorte di infiorescenze rischia una denuncia. E dato che è vietato anche il trasporto, neppure potranno spostarla.
Le nome pretese dal governo Meloni si basano sul paragonare la cannabis light ad una sostanza stupefacente, anche se non lo è. La cannabis light ha un livello molto basso di THC (ossia il componente psicoattivo comunemente associato all’effetto stupefacente della marijuana) e contiene maggiori quantità di CBD (che provoca un più blando effetto di rilassatezza).
Che la cannabis light non sia una sostanza stupefacente è stato sancito anche dalla Cassazione, che nel 2019 stabilì che tutte le piante di cannabis con una percentuale di THC inferiore allo 0,6% rientrano nei limiti della legge del 2016 e quindi possono essere coltivate e vendute.
Ma anche se non è vero, il decreto-legge ha stabilito che cannabis light vada equiparata ad una sostanza stupefacente e che si debba vietare qualsiasi forma di impiego. Ringrazieranno le mafie, a cui Giorgia meloni ha offerto un nuovo mercato.