Il sito anti-migranti promosso da Claudio Borghi

Il leghista Cluadio Borghi si lamenta che i giornali raccontino i fatti anziché parlare della nazionalità delle persone coinvolte. Ma caso vuole che si lamenti solo quando il crimine non è commesso da italiani o non si parla di leghisti che hanno rubato 49 milioni di euro ai contribuenti.
E così, lo troviamo a chiedere ad un gruppo estremista di pubblicare un titolo che possa tornare utile alla retorica xenofoba delle destre, dialogando con loro come farebbe Fragolina66 o Svastica58:

Lo scopo pare evidente, almeno a giudicare dai commenti razzisti dei suoi proseliti:

Peccato che il senatore non aggiunga interessanti informazioni al contesto, tipo dirci chi ci sia al governo da due anni e mezzo.
L'account promosso da Borghi si occupa di schedare i solo reati commessi da stranieri, aggiungendo le nazionalità ai titoli quasi volessero sostenere che tutti i migranti sarebbero criminali e che i giornali ce lo nasconderebbero.
A seguire la loro propaganda c'erano solo duemila persone, tra cui evidentemente quel Borghi che ha deciso di usare il suo incarico istitutuzionale per fargli pubblicità:
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E neppure è la prima volta che gli offre visibilità, dato che il senatore parrebbe continuare a chiedergli di usare le notizie di cronaca per alimentare un astio contro gli stranieri che sia utile alla loro retorica:

Chissà perché si definiscono "account satirico" dato che il razzismo non fa ridere. Ma il fatto che si spaccino per "colleghi" di giornalisti parrebbe configurare un reato.
Difficile è capire anche la loro utilità, dato che il profilo di Salvini parrebbe già sufficientemente attivonel rilanciare unicamente i fatti di cronaca che riguardano stranieri. E neppure sono originali, dato che già 12 anni fa il ministro leghista Matteo Salvini si faceva promotore di un altro sito animato dalle stesse mire propagandistiche:

Quel sito fu al centro di interrogazioni parlamentari dettate dalla matrice xenofoba dei contenuti pubblicati. Poi, bel 2015, partirono le denunce, che coinvolsero anche gli altri domini del network razzista: