Pillon attacca chi assiste i disabili, definendole "mignotte"

Il leghista Simone Pillon pare voler far finta che non sia il suo partito a promettere la legalizzazione della prostituzione, così da prendersi i voti di tutti quei papà che non vedono l'ora di emulare Trump nel tradire la moglie con giovani donne affittate ad ore. Ed è altresì surreale che voglia paragonare il sesso mercenario a quello finalizzato alla procreazione, dato che è molto improbabile che un cliente di una prostituita sia alla ricerca di un figlio.
Ma soprattutto, è interessante che da buon uomo di destra pensi che la fattura la dovrebbe chiedere chi accede ad un servizio e non sia un dovere per il commerciante. Perché è vero che loro rincorrono gli evasori promettendo regali e condoni, ma non è il cittadino a dover essere onesto a fronte di commercianti che lui presuppone siano tutti votati all'evasione.

Dato che Pillon ama offendere, non stupisce usi il termine "mignotte" per denigrare le sex-workers. Ed ovviamente sceglie un termine femminile, perché il loro sessismo li porta a pensare che una donna non dovrebbe mai avere pulsioni sessuali ma dovrebbe starsene sottomessa al marito.
Va poi ricordato che in Italia la prostituzione legale non esiste, motivo per cui quelle che lui chiama "mignotte" sono assistenti sessuali per persone che hanno problemi medici. Ad esempio, potrebbero assistere una persona a cui sono state amputate entrambe la mani e aiutarlo a maturarsi, soddisfando un bisogno che, in assenza di professionisti, veniva spesso svolto da madri o parenti (con tutti gli imbarazzi del caso). Il fatto che il falso perbenismo di Pillon arrivi a denigrare chi non tortura i disabili. E con buona pace per Pillo, una persona mandata dall'Asl non avrò problemi a fare fattura...