Rimini vieta l'affissione di manifesti transfobici che facevano leva sulla truffa "gender"


Si sa che la destra ha una certa propensione all'offesa al sentimento religioso, motivo per cui ai gruppi di estrema destra piace molto inventarsi presunte "associazioni" intitolate a santi, martiri e uccisori di mussulmani.
Questa volta, è stata una presunta "associazione" chiamata "San Michele Arcangelo" ad aver cercato di deturpare le strade di Rimini con alcuni manifesti transfobici. Al centro della locandina avrebbero mostrato il loro amatissimo Donald Trump, accostato alla frase: «Impedirò la mutilazione chimica dei giovani causata dall’ideologia gender».

Fortunatamente il Comune di Rimini ha negato l’autorizzazione all’affissione di quelle schifezze, in ottemperanza alle regole di disciplina delle comunicazioni pubblicitarie che vietano messaggi orientati alla diffusione di odio, offese e disprezzo.
E non pare un caso che i proponenti della campagna abbiano deciso di intitolare il loro gruppo al patrono simbolico di Forza Nuova, molto attiva in Romagna.

«Sentiremo sicuramente lamentele su una presunta riduzione del diritto di espressione, ma in primo luogo nessuno ha il diritto di offendere e diffondere informazioni false e ideologiche sulle persone trans, che sono cittadine e cittadini a pieno titolo», dichiara Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini. «In secondo luogo usano come riferimento politico Trump che il primo giorno di insediamento ha proibito l'uso di parole come "antirazzismo", "Differenze culturali", "disabilità", "donna", "discorsi d'odio" e, insieme ad altre decine di parole del tutto inoffensive, l'immancabile "Golfo del Messico". Da una comunicazione che mette al centro il nuovo idolo delle ultradestre Trump, con le sue proibizioni terminologiche e concettuali, non si possono accettare proteste sulla limitazione del diritto di espressione.
Le persone transgender sono messe ormai da mesi al centro del mirino, i centri sanitari che le prendono in carico sono oggetto di intimidazioni politiche, le scuole che adottano il registro alias minnacciate, le persone stesse sono oggetto di offese basate su svilenti luoghi comuni e bersaglio di iniziative che limitano la loro possibilità di poter avere l'esistenza serena e dignitosa a cui hanno diritto.
Non possiamo che ringraziare il Comune di Rimini per essersi messo, ancora una volta e a livello nazionale, in prima linea per la difesa della dignità delle persone come già avvenuto con i manifesti che diffondevano informazioni false sulla interruzione volontaria di gravidanza e che ha recentemente avuto ragione anche al Consiglio di Stato. Un buon esempio che speriamo sia seguito anche dalle altre città».
Commenti