L'Italia contiene a perdere posizioni sulla classifica ILGA sui diritti lgbt. Ora siamo ad un solo punto dall'Ungheria

L'Italia di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini è ulteriormente arretrata nella classifica sui diritti e sul benessere della comunità lgbtqia+ che viene annualmente stilata da ILGA.
Ora l’Italia risulta al 35esimo posto sui 49 presi in considerazione. La mappa misura il grado di rispetto dei diritti umani per le persone lgbtqia+ in ciascun Paese: se il 100% rappresenta la piena uguaglianza, l’Italia si ferma ad appena il 24%, a solo un punto percentuale dall’Ungheria di Orban. Anche la Macedonia del Nord, il Kosovo, la Serbia e l’Albania hanno ottenuto punteggi migliori dei nostri.
«Mentre altri Paesi avanzano nella tutela dei diritti umani, l’Italia arretra, alimentando un clima tossico fatto di censura, discriminazione e violenza», ha commentato Mario Colamarino, presidente del C.C.O Mario Mieli.

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La classifica tiene conto di settantacinque parametri, tra cui l’uguaglianza e la non discriminazione, la tutela delle famiglie arcobaleno, la lotta ai crimini d’odio o i diritti delle persone trans. Non a caso, l'Inghilterra ha perso sei posizioni a seguito della sentenza della Corte suprema britannica che ha tolto un pieno riconoscimento legale alle donne transgender.
Per quanto riguarda gli altri Paesi, Malta continua a restare fissa in vetta alla classifica da dieci anni.
Con 85 punti, il Belgio è balzato al secondo posto dopo l'adozione di nuove politiche di lotta all'odio basato sull'orientamento sessuale, identità di genere e il sesso.
L'Islanda è al terzo posto in classifica, con un punteggio di 84 punti percentuali.
Chiudono la classifica la Russia (2%), l'Azerbaigian (2%) e la Turchia (5%). La Romania è al posto più basso dei Paesi Ue, con 19 punti percentuali, seguita dalla Polonia (21%) e Bulgaria (21%).