Mengoni torna a sostenere i diritti civili: «L’Italia non mi rappresenta»


Marco Mengoni è da sempre un fiero sistenitore dei diritti lgbtq. Dalle pagine de La Repubblica, ha attaccato la decisione del Governo Meloni di rendere "reato universale" la maternità surrogata:

Vivo in un Paese che non mi rappresenta, che ha fatto diventare la pratica della maternità surrogata un reato universale. Ci rendiamo conto? Ci sono figli nati prima di questa assurdità che cresceranno e scopriranno che i loro genitori sono punibili penalmente. Per fortuna ho vicino persone con la mia stessa visione. E sono convinto che quelli che non ce l’hanno siano pochi, ma abbiano più potere. Io, come artista, non smetto di prendere posizione, di piantare un seme di riflessione: da sempre il palco per me è un momento per condividere un messaggio, non pretendo di convincere nessuno ma mi piace che il pubblico esca dai miei concerti con spunti e domande.

In fondo si sa. A Meloni e a Salvini non sta bene che una donna possa prestarsi (anche gratuitamente) aper aiutare una coppia ad avere figlio. Soprattutto se quella coppi non è eterosessuale. Ma poi a loro va bene che delle donne vengano affittate e rese schiave sessuali per soddisfare la libido di ricchi leghisti in cerca di sesso mercenario




Mengoni si è poi detto "felice e orgoglioso" di aver sventolato la bandiera Pride all’Eurovision:

In merito alla Progress Pride Flag che ha sventolato sul palco dell’Eurovision Song Contest, Marco Mengoni ha ricordato: “Sono stato anarchico, ribelle, non avrei potuto avere con me un’altra bandiera oltre a quella dell’Italia. Così ho nascosto, proprio nel Tricolore, la bandiera arcobaleno dell’inclusività totale. Dietro le quinte le tenevo strette strettissime entrambe, una dentro l’altra, con l’angoscia che mi cadessero o mi beccassero, e venissi squalificato. Il mio team mi ha scortato fino a che non sono salito sul palco. Di quel gesto sono felice e orgoglioso. Non devono essere ammessi limiti all’amore, alle emozioni, ai diritti umani, che vanno ben oltre i diritti civili. Un gesto che all’epoca suonava potente, oggi meno. Sono stati fatti parecchi passi indietro.
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