Cerno paragona Alvaro Vitali a Dante, poi lo usa per insultare i gay che contestano il genocidio palestinese


Sarà che Alvaro Vitali era probabilmente un fermo riferimento "culturale" per molti leghisti, ma il fatto che Tommaso cerno lo paragoni a Dante pare davvero surreale, se non una vera e propri presa in giro per l'attore defunto.



Oltre alla sparata su dante, Cerno tenta di mettere a frutto il cadavere di Alvari per sostenere che l'Italia sessiata degli anni '70 fosse "molto più verace e autentica di questa attuale schiava del politicamente corretto, dell’islamismo e delle associazioni gay che danno degli assassini ai gay ebrei".
In effetti erano anni in cui il femminicidio era ritenuto delitto d'onore e in cui i gay venivano uccisi per la loro sessualità. E certamente, usare il cadavere Vitali per insultare i gay che osano non sostenere il genocidio di Netanyahu è un atto così schifoso e ripugnante che ci pare difficile trovare parole adatte a definirlo.

Con buona pace per Cerno, si può tranquillamente contestare l'omofobia senza uccidere chi ne è responsabile. E nessuno dei 50mila bambini uccisi, mutilati o feriti può essere ritenuto responsabile per atti di integralisti che sostengono discori non così dissimili da quelli di Orban o di Putin. E nemmeno si capisce perché dovremmo uccidere in nome dei gay palestinesi (che peraltro verranno comunque uccisi dalle bombe israeliane) mentre lui invita a celebrare un Rossano Sasso che vuole imporre fondamentalismo omofobo nelle nostre scuole. Lui va bene perché è iscritto ad un partito promosso da Cerno e loro non vanno bene perché non sono leghisti e osano essere mussulmani?
Con che coraggio parla di "islamismo"? E con che coraggio parla di "associazioni gay che danno degli assassini ai gay ebrei"? Davvero non ha un briciolo di pudore che lo possa fermare prima prima di scrivere certe cose?

Ma mentre Cerco dice che si stava a peggio perché a lui e Susanna Ceccardi non piacciono i mussulmani, potremmo ricordargli che Vitali viveva in uno stato di semiabbandono, con una pensione da fame che lo costringeva a esibirsi con il suo cappellino da bambine delle elementari nelle pizzerie di provincia. Ora che è morto e che lo si può usare per propaganda, diventa Dante Alighieri?
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