Continua il tour di promozione dell'isteria "gender" organizzato dal leghista Sasso

Se i nazisti avevano il Mein Kampf, i leghisti hanno quel libercoletto omofobo di Rossano Sasso in cui è stata raccolta la peggior propaganda anti-gay prodotta dalle organizzazioni forzanoviste e dalla destra evangelica statunitense.
Ma mentre il sottosegretario legista parrebbe ormai più impegnato a vendere il suo libro piuttosto che occuparsi di ciò per cui lo paghiamo, appare davvero deplorevole che come tanti dirigenti del suo partito si offrano di organizzare vendite promozionali che abbiano lo scopo di alimentare isteria "gender" e corrompere al pregiudizio il proprio elettorato. Un po' come quando patrocinavano con denaro pubblico i comizi di Amato e di Povia in giro per l'Italia, chiarendo in maniera definitiva che la promozione dell'odio omofobico è ormai parte integrante della loro propaganda.
La tesi di Sasso è che esisterebbe una fantomatica "ideologia gender" che la si vedrebbe perché a Como non usano il termine "bambino" per definire le bambine femmine, ma preferiscono "bambin*" che possa includere "bambini e bambine":

L'impressione è che Sasso non sappia neppure di cosa stia parlando. Riservare dignità alle donne è contrasto al sessismo, non fantomatico "gender". Ed il riferimento ai "bimbi di 3 anni" non è citato in modo corretto, dato che la propaganda di Provita Onlus usa quell'età quando si tratta di attaccare l'e linee guida dall'Oms sull'educazione sessuale. Ma anche lì il fantomatico "gender" c'entra poco con un progetto che mira a prevenire il femminicidio e la violenza sulle donne.
Sostenere che il "gender "esisterebbe mentre si citano due esempi che col fantomatico "Gender" non c'entrano nulla non è certamente una buona partenza.