Famiglie numerose, quando l'inclusione fa infuriare il fondamentalismo organizzato


È dalle pagina de La Nuova Bussola Quotidiana che Andrea Zambrano parrebbe intenzionato a seminare zizzania all'interno dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose. L'accusa è di non essere omofobi quando l'estrema destra vorrebbe.

Nel suo articolo i legge:

All'interno dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose c'è una situazione piuttosto turbolenta. Oggetto del contendere è una vicenda che sta animando le chat degli iscritti e che ha portato, al momento, alle dimissioni dal direttivo di uno dei componenti, Lucio Cotticelli. Questi si è dimesso perché non ha condiviso le vicende che hanno portato all'iscrizione nell'associazione come socio sostenitore di una donna con tre bambini piccoli, unita civilmente con un'altra donna.
A dare fuoco alle polveri e a far deflagrare un malcontento che covava sotto la cenere da qualche giorno, è stato ieri un articolo di una iscritta, Carola Profeta, pubblicato sul blog del giornalista Aldo Maria Valli nel quale si denuncia quella che sembra essere un'apertura dell'associazione alle coppie omogenitoriali: «Apprendo che i nuovi vertici intendono modificare radicalmente l'identità dell'associazione, aprendo alle coppie omogenitoriali, definendo questo passaggio come "fisiologico"».

Parrebbe dunque sostenere che l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose non guardi alla numerosità della famiglia, ma alla sessualità dei loro membri. Peccato che non siano un club privé o un circolo a luci rosse, ma un'associazione che riceve ingenti fondi pubblici.
Naturalmente Zambrano prova a sostenere che per avere tanti figli bisognerebbe essere cattolici e che per essere cattolici bisognerebbe essere ferocemente omofobi:

Dunque, come stanno le cose? C'è stata o no un'apertura alle coppie omo dentro l'associazione che, pur essendo aconfessionale, è comunque ispirata ad una visione naturale e cristiana dell'uomo e della famiglia?

Zambrano assicura che la maggioranza dei soci sarebbe omofoba e vorrebbe riservare i loro privilegi solo a chi condivide i loro stessi pruriti sessuali:

La Bussola ha potuto ricostruire i fatti come si sono svolti con i protagonisti e ha appurato che dentro l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose c'è una maggioranza di membri che sono con il presidente, mentre una minoranza vive queste "novità" come una questione identitaria e di arroccamento. Ma anche questa è una lettura parziale che non spiega tutto.
Prima di tutto è bene chiarire che con la sua decisione, l'Associazione non ha aperto alle coppie omosessuali, cosa contraria allo statuto, ma ha consentito ad una donna con tre bambini avuti all'interno di una relazione lesbica (non è dato sapere con che modalità, ma è immaginabile), l'iscrizione come socio sostenitore.

Sarebbe interessante capire in che modo potrebbe essere "contraria allo statuto" l'adesione da parte di gruppi sociali, dato che si tratterebbe di un'evidente violazione ai principi costituzionali e alle leggi contro le discriminazioni. Ma Zambrano prosegue:

Su di lei e sul suo caso, l'associazione specifica che non può rivelare informazioni per non violarne la privacy. Ma da quello che la Bussola è riuscita a scoprire, si tratta di una donna civilunita con una compagna e che è madre biologica di 3 bambini. Infatti, ad iscriversi è soltanto lei e non la compagna. Ma questa iscrizione le consentirà di avere comunque accesso ai benefici concessi agli associati, come ad esempio scontistiche particolari nei supermercati o altri benefici. Ed è per questo motivo che la donna ha chiesto l'ingresso nell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose.

Inizia poi il solito complottismo:

Ma siamo sicuri che non si tratti di un cavallo di Troia per iniziare ad aprire alle famiglie arcobaleno nell'associazione? Il presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose Caltabiano, alla Bussola è lapidario: «No, lo escludo categoricamente. Ci sono arrivate richieste di iscrizione di coppie omosessuali che chiedevano di iscriversi come coppia e lo abbiamo negato perché questo contrasta con la nostra carta dei valori. In questo caso si è iscritta una mamma da sola, ma la condicio sine qua non per noi invalicabile è la sottoscrizione della carta dei valori. Abbiamo chiesto alla donna per ben tre volte se fosse convinta di sottoscriverla e lei ci ha garantito che è così. A quel punto abbiamo ritenuto di dover procedere anche per non creare delle discriminazioni tra i bambini e soprattutto per ribadire che il nostro modo di difendere la famiglia non è quello delle crociate del tutti contro tutti, ma di promuovere in positivo i nostri valori e i bisogni delle famiglie».

Il fondamentalista sostiene che "a molti è sembrata una breccia della galassia Lgbt per mettere un piede con qualche suo attivista dentro la vita dell'associazione", anche se sarebbe inaccettabile che lo stato possa dare eventuali agevolazioni pubbliche ad un gruppo che viola l'articolo 3 della Costituzione. E Zambrano sottolinea che la meloni starebbe concedendo agevolazioni a quel gruppo:

La donna in questione è madre di tre bambini, ma sui social, con la sua compagna, non fa mistero del suo appartenere con orgoglio alle "famiglie Lgbt". Come faccia a condividere la carta dei valori risulta difficile e poco convincente, ma tant'è.
Di sicuro, il suo ingresso ha provocato una forte turbolenza dentro un'associazione che meritoriamente, in questi anni ha cercato di trovare interlocuzioni con i governi - e con quest'ultimo in particolare - per la promozione dei bisogni e dei diritti delle cosiddette famiglie XL, in un periodo storico anti natalista dove tutto rema contro. Anche l'ideologia omosessualista portata avanti dalle "famiglie arcobaleno", che, almeno questa volta ha fatto una piccola breccia affacciandosi in un mondo finora del tutto precluso ad essa.

Quindi, lo stato finanzia gruppi che riservano beni e servizi solo a chi si professa eterosessuale?
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