La Lega attacca i docenti che hanno invitato i ragazzi ad ottemperare ai loro doveri civici


Il voto è un dovere civico, ma il leghista Rossano Sasso sostiene che ai ragazze non andrebbe detto perché ai leghisti potrebbe non piacere il loro voto. E così, persino un banale invito al voto diventa motivo di polemica.
Tirando in ballo la solita truffa "gender", Sasso sostiene che la scuola non dovrebbe poter invitare i ragazzi a partecipare alla vita politica del Paese senza un consenso scritto dei loro genitori. Ed ovviamente spiega di aver basato la sua polemica su fatti accertati, perché lui avrebbe preferito credere alla tesi che più gli faceva comodo:



Sasso sostiene che alcuni ragazzi, probabilmente di estrema destra, sarebbero andati dai quotidiani populisti a sostenere di essere stati "indottrinati" perché un'insegnante avrebbe osato spiegargli i quesiti referendari al posto di incitarli all'astensionismo.
Quasi a chiarire che la loro polemica è ideologica e di matrice leghista, il gruppo denuncia che l'insegnante avrebbe invitato alla discussione solo gli studenti maggiorenni, anche se Sasso non ci spiega perché mai avrebbe dovuto spiegare l'importanza del voto a chi quel diritto non ce l'ha ancora. Preferisce promettere punizioni e provvedimenti contro chi insegna i doveri civici ai ragazzi, assicurando che la sua ideologia colpirà primariamente chi osa none essere eterosessuale come Vannacci comanda.

Sarebbe stato contestabile se la docente avesse invitato i ragazzi a portare "si" piuttosto he "No", ma pare un regime uno stato in cui diventa reato un banale invito ad ottemperare ai propri doveri civici solo perché Vannacci non voleva che i cittadini si espriemessero.
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