La Tovaglieri attacca i fondi al Pride, sostenendo sia "divisivo"

È inaccettabile che la signora Isabella Tovaglieri voglia sostenere che l'esistenza di persone gay sarebbe "divisiva e ideologicamente connotata".
Infatti quelli parrebbero termini molto più adatti a definire il suo voler imporre simboli cattolici ai bambini mussulmani o al suo voler negare la libertà religiosa in Italia. Ma non si tratta certamente termini adatti ad una manifestazione in cui un gruppo sociale rivendica il suo diritto ad esistere.
Considerando poi che la Lega partecipava ai Pride con un gruppo chiamato "Los Padanos", andrebbe capito in quale preciso la signora avrebbe deciso che i diritti sostenuti dai leghisti fossero da ritenere "divisivi" perché sgraditi ai gruppi neofascisti e filo-russi. Eppure è per ostentare il suo astio verso che scrive:

I punti chiavi s9ono evidenti. La signora sostiene che il Pd arderebbe disprezzato perché sostengono i diritti civili, mentre la Lega andrebbe foraggiata con denaro pubblico perché critica verso i principi espressi dall'articolo 3 della Costituzione. E dato che il loro elettore è fondamentalmente egoista, cerca di far leva sul denaro per convincerli che la discriminazioni porterebbe a risparmiare soldi sulla pelle di qualcun altro, esattamente come certi personaggi di destra cercano di convincere i razzisti che far morire i migranti in mare ci farebbe risparmiare sull'accoglienza.
Da buona populista, la leghista Tovaglieri propone soluzioni facili a problemi complessi. Ma il suo populismo si contra con una serie di dati. Ad esempio, chi avrebbe deciso che 80mila euro investiti in eventi che portano introiti molto maggiori sarebbero un errore mentre sarebbe giusto sprecare due miliardi per inutili centri di deportazione in Albania in cui non sanno chi rinchiudere? E vogliamo parlare di come 80mila euro siano una cifra molto inferiore ai 49milioni che il suo partito ha rubato agli italiani?
Dal punto di vista morale, pare inaccettabile si sostenga che l'odio meriterebbe contributi pubblici e che i diritti dovrebbero essere a carico di chi viene discriminato. Se andassimo dietro al suo "ragionamento", dovremmo chiederle perché i gay dovrebbero pretenda che i gay siano costretti a pagarle la scuola dei figli. Se lei sostiene che l'omofobo abbia ogni diritto di impedire che le tasse dei gay possano contribuire alle loro manifestazioni, con che diritto vogliono che i gay gli paghino i costi della loro prole? Se la mette su quel piano, sia coerente chieda immediatamente una legge che imponga che l'istruzione debba essere ad esclusivo carico degli eterosessuali!
Altrimenti la sua teoria è che i soldi die gay debbano andare a beneficio degli eterosessuali che gli eterosessuali non dovrebbe assolutamente contribuire a ciò che non gli porta un profitto diretto. Ma quello significherebbe negare il senso stesso dello stato.