L'ultima sparata di Vannacci: "Chi mandiamo in guerra, quelli del Gay Pride?"


«Spendiamo 800 miliardi di euro e poi chi va a combattere al fronte? In Toscana recentemente c’è stato il Gay pride, ci mandiamo questi signori? Ditemelo voi».
È l'oscurità pronunciata dal generale leghista Roberto Vanacci nel corso del suo comizio nel corso del comizio a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Evidentemente sperava di far leva sui pregiudizi di un elettorato ferocemente omofobo a cui poter raccontare che i gay non sarebbero veri uomini perché non partecipavano ai "puttan tour" come si è vantato di fare lui.
Oltre a calpestare la memoria dei tanti gay morti durante le guerre, potrebbe spiegarci se lui al fonte vorrebbe mandare Pillon o quei leghisti che si travestivano da unno alle sacre di Pontida in cui si intonavano cori per augurare la morti ai meridionali. E se lui non fosse troppo impegnato a vendere libri omofobi o a cercare uno stipendio pubblico, potremmo ricordargli che dovrebbero essere i generali ad andare in guerra. E chissà, magari potrebbe andari lui a morire al fronte se si ritiene così maschione perché sposato con una donna romena e filo-moscovita...
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